Ipotesi riconoscimento facciale, il piano “stazioni sicure” di Piantedosi

Piantedosi

(https://www.ilgiornale.it) – I recenti fatti di cronaca pongono inevitabilmente centrale il problema sicurezza. Nei quartieri e nelle stazioni si verificano spesso episodi di violenza e criminalità, motivo per cui Matteo Piantedosi ha sottolineato l’urgenza di incrementare la vigilanza per porre un argine ad eventi di aggressività e malavita. Una proposta avanzata con forza dal ministro dell’Interno anche in seguito alla vicenda che ha visto una donna picchiata e violentata alla stazione Centrale di Milano.

Il piano di Piantedosi

Piantedosi ha tracciato la rotta per garantire maggiore sicurezza in quei posti in cui si potrebbero verificare fatti di violenza e che rappresenterebbero un pericolo a tutti gli effetti: la volontà è quella di continuare ad aumentare la presenza delle forze di polizia “nei luoghi ad alta frequentazione” come ad esempio stazioni, ospedali e aree commerciali. “Perché questo ha un impatto positivo sul piano della prevenzione e della dissuasione”, ha spiegato.

Il titolare del Viminale, nell’intervista rilasciata a QN, ha annunciato l’intenzione di allargare il piano ad altre aree metropolitane al fine di rafforzare i controlli e far sì che si possa contare su più sicurezza. La vigilanza accresciuta a Milano ha portato – dal 16 gennaio al 27 aprile – a ben 44.714 controlli, 633 denunce, 50 arresti, 301 provvedimenti di espulsione. Piantedosi ha riconosciuto che “la situazione sta migliorando” ma al tempo stesso ha aggiunto che “certamente non basta”.

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Tra le ipotesi sul tavolo vi è anche il riconoscimento facciale. Un tema che però risulta essere assai delicato: è necessario lavorarci su in sinergia con il Garante, visto che il diritto alla sicurezza andrebbe bilanciato con il diritto alla privacy. Su questo punto comunque Piantedosi si è mostrato ottimista, visto che la progressiva estensione della videosorveglianza puà vantare un consenso trasversale: “È uno strumento fondamentale. II riconoscimento facciale dà ulteriori e significative possibilità di prevenzione e di indagine”. Pertanto sono state già avviate “specifiche interlocuzioni” con il Garante per trovare una soluzione.

L’allarme sicurezza

Il tema della sicurezza è legato anche a quello dell’immigrazione. Per il ministro dell’Interno non bisogna guardare solamente al carcere, ma lavorare anche al potenziamento di altri strumenti di natura amministrativa. Un esempio riguarda la componente di crimini commessi da cittadini stranieri: “A Milano dall’inizio del 2023 gli omicidi volontari sono stati 11 contro i 13 dello stesso periodo del 2022 mentre le violenze sessuali sono state 87 rispetto alle 116 dell’anno scorso”.

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Non a caso si parla della possibilità di incrementare i rimpatri e le espulsioni, “necessariamente potenziando i Cpr”. Lo stato di emergenza sull’immigrazione serve proprio ad aumentare e rafforzare le strutture finalizzate al rimpatrio, potenziando così le attività di identificazione ed espulsione. Tra l’altro di recente Piantedosi ha escluso l’apertura di grandi centri di accoglienza: per ridurre la pressione migratoria sulle aree principali di sbarco verranno potenziati direttamente gli hotspot piuttosto che prediligere il modello dei grandi centri.