“Il Belgio sarà il primo stato musulmano d’Europa”, pare una affermazione ad effetto ma è assai verosimile, se non in parte vero già oggi, numeri alla mano. Abbiamo scritto in questi giorni dell’allarme lanciato dalla storica Lucetta Scaraffia, praticamente una voce nel deserto, ma altre voci si aggiungono, come quella di Giulio Meotti, giornalista de Il Foglio. Si domandava Scaraffia: “Cosa può succedere domani se una percentuale notevole di abitanti del nostro Paese, essendo di religione islamica, rivendica il diritto di essere giudicata in base alla sharìa?” Ebbene, ecco una risposta concreta: “Dal 2010 al 2030, la popolazione islamica del Belgio sarà cresciuta dell’80 per cento. Una bomba demografica”, scrive Meotti in un articolo sul suo blog, riprendendo l’inchiesta del mensile francese Causeur, a firma di Céline Pina.
“Osservare l’Europa da Parigi significa avere un posto di osservazione privilegiato – così Giulio Meotti nell’introdurre le risultanze del reportage – come una frontiera, il centro di un sisma, dove le scosse sono più intense e tutto avviene più rapidamente”. Dunque, leggiamo cosa emerge dall’inchiesta: “Gli accordi migratori siglati con Marocco e Turchia e l’estrema benevolenza verso le popolazioni musulmane più radicali alimentano il clientelismo politico della sinistra in Belgio” si legge su Causeur. La confusione, dunque, è tra democrazia e demografia: Sebbene le donne di nazionalità straniera rappresentino solo una donna su sei in età fertile in Belgio, un bambino su quattro è nato da donne che non sono di nazionalità belga. Quasi la metà di tutti i bambini in Belgio sono nati da donne straniere. Questo è il quadro emerso dall’Istituto di statistica belga. Un terzo della popolazione del Belgio è di origine straniera e a Bruxelles i belgi sono già in minoranza. Ad Anversa, la seconda città più grande del Belgio e la capitale delle Fiandre, la metà dei bambini a scuola oggi sono musulmani.
Causeur riporta il caso di Fatima Zibouh scelta per sostenere la candidatura di Bruxelles al titolo di Capitale Europea della Cultura. Tuttavia, la donna che, naturalmente, ha posato per la campagna facendosi ritrarre velata all’uso islamico, risulta anche fondatrice dell’associazione Empowering Belgian Muslims, in barba a ogni presunta laicità promossa dalle istituzioni europee e dal pensiero corrente. La stragrande maggioranza della popolazione musulmana belga (dall’80 al 90 per cento) proviene da accordi bilaterali firmati nel 1964 con il Marocco e la Turchia. E le influenze della lobby marocchina erano piuttosto forti nel Palazzi di Bruxelles, come testimonia l’inchiesta Qatargate.
Inoltre, leggiamo altrove nell’articolo di Giulio Meotti che Razika Adnani, sul magazine Marianne, anch’esso francese, ricorda che il progetto di conquista fu delineato dal predicatore egiziano Mohamed al-Ghazali, uno dei membri più influenti dei Fratelli Musulmani già negli anni Novanta: “Descrive l’Occidente – ricorda Razika Adnani – come un mondo depravato e fallimentare che solo l’Islam può salvare”. In questo libro ritroviamo anche le parole di un francese convertito all’Islam: “Immagino tutta la Francia convertita all’Islam! Cosa accadrà? Non troverete più ubriaconi per strada, né pubblicità di sessualità, né programmi di varietà. Le chiese si trasformeranno in moschee dopo averle dipinte di bianco e i negozi che vendono carne di maiale saranno chiusi”. Parole, purtroppo, profetiche.
Aggiunge nel suo articolo Giulio Meotti, riprendendo una di quelle dichiarazioni che non leggeremo mai sulla stampa di casa nostra, come l’ex primo ministro turco Necmettin Erbakan, mentore di Erdoğan, in un discorso a Ludwigsburg, in Germania, abbia affermato: “Gli europei sono malati e daremo loro la medicina. L’intera Europa diventerà islamica”. Sono tutte informazioni e affermazioni che, ripetiamo, non leggeremo mai sulle testate dei professionisti dell’informazione se, ancora lo scorso 23 aprile, la Repubblica, come stigmatizza Meotti, titolava con l’inverosimile: “La società multietnica in Europa è realtà ed è una ricchezza”. (https://www.ilparagone.it)