In occasione dell’avvio del Festival du Livre di Parigi, dove l’Italia è ospite d’onore, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella afferma in un’intervista al Corriere della Sera: “l’incontro e il dialogo tra culture offre l’opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e crea, nel confronto, le condizioni per superare la fragilità di una interpretazione dell’identità basata sulla chiusura e il rifiuto dell’altro. Il rispecchiarsi in uno spazio largo è ciò che ha consentito il crescere delle civiltà”.
Ecco allora che “il sapere si è affermato come un valore democratico, anzi come condizione della stessa vita democratica” e “non a caso l’accesso all’istruzione è divenuto uno dei diritti contemporanei”.
Pertanto “un bagaglio di studi limitato è una barriera che, oltre a creare divari, genera incomprensioni e, dunque, conflittualità e, soprattutto, ci impedisce di progettare il futuro con chiavi interpretative adeguate a comprendere la complessità del nostro vivere contemporaneo”. In questo senso, per Mattarella “il libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza”, dunque “leggere è essenziale”.
A suo avviso “lo scambio apre le menti, tanto più per una cultura solida e ammirata come quella italiana. Consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte che ostacolano la conoscenza, ricacciandoci in recinti neo-tribali. Il progresso del mondo è avvenuto anche, se non soprattutto, grazie agli scambi con le culture ‘altre’ “.
Secondo il Capo dello Stato “il Mediterraneo è il nostro banco di prova come capacità di affermazione dei valori europei e come capacità di dispiegare politiche di cooperazione per fronteggiare, governandoli, fenomeni complessi”. Se “buoni esempi di “fraternità europea” non mancano “con le porte aperte ai profughi ucraini e la generosità ad essi mostrata da Paesi come la Polonia”, “i principi sono tali se non ammettono declinazioni di comodo” afferma il presidente. E quindi “la fraternità sarebbe più forte se fosse sempre ugualmente riservata a chi fugge da altre guerre, da altra fame, da altre catastrofi, lungo la linea del Mediterraneo, per esempio”.
“Al centro deve essere la persona e i suoi diritti, senza distinzione, come recita l’artcolo 3 della Costituzione “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” aggiunge Mattarella. www.rainews.it
Lo scambio di culture sì, meticciare un paese con importazioni programmate di clandestini no, grazie.