E’ stato rinviato a giudizio il padre della bambina nata da maternità surrogata in Ucraina e abbandonata alle cure di una tata a Kiev.
Oggi la bambina, che ha due anni e mezzo, vive con una nuova famiglia. I fatti risalgono a novembre 2021: la coppia di genitori, due 30enni di Novara, aveva deciso di avere un figlio e l’uomo si era recato in Ucraina per donare il seme. Una volta nata, la piccola era stata affidata alle cure di una donna, inizialmente pagata. Poi era stata la stessa “balia” a rivolgersi all’ambasciata italiana per rintracciare i genitori, a quel punto scomparsi, dato che non aveva più modo di prendersi cura della piccola.
L’appello della donna ucraina aveva fatto partire le indagini della procura novarese e ora, a indagini concluse, l’uomo è stato rinviato a giudizio con processo fissato a maggio. Per lui l’accusa è quella di abbandono di minore o incapace, un reato che prevede da 6 mesi a 5 anni di reclusione. La moglie è stata invece prosciolta. Secondo la giudice Maria Amoruso ci sono elementi per sostenere l’imputazione solo nei confronti dell’uomo.
I dubbi sulla paternità e l’abbandono
Secondo il magistrato l’abbandono non consisterebbe nell’aver lasciato la bambina in Ucraina, dato che era stata affidata alle cure di una persona, quanto nel non volere più la bambina, tanto da avanzare dubbi sull’esserne effettivamente i genitori. L’uomo infatti aveva anche voluto effettuare test per verificare l’effettiva paternità.
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