Terzo Polo, iniziato il fuggi fuggi generale: il progetto è fallito
Il partito unico ha creato una frattura forse insanabile tra Renzi e Calenda. Il Terzo Polo sembra essere già arrivato al capolinea, lo si capisce dalle dichiarazioni di fuoco dei dirigenti di Italia Viva e Azione. “Posizioni ormai inconciliabili. Una ricomposizione? Servirebbe un miracolo”, fanno sapere – si legge sul Corriere della Sera – da entrambi i fronti. A tarda sera la crisi sembra congelarsi: “Non c’è nessun motivo per rompere il progetto del partito unico”, dice Renzi durante l’assemblea con i suoi parlamentari. E poi: “Italia viva si scioglierà quando ci sarà il partito unico”. Secondo l’ex premier dietro la rottura ci sarebbero solo “alibi e finte motivazioni. Noi abbiamo dato circa 1,5 milioni, la maggioranza dei quali sono stati spesi per promuovere il volto e il nome di Carlo Calenda”.
Dai renziani – prosegue il Corriere – si sono aggiunte voci velenose: “Azione potrebbe perdere pezzi: Mara Carfagna e Mariastella Gelmini potrebbero tornare in Fi”. La prima getta acqua sul fuoco: “Basta attacchi a Calenda, abbassiamo i toni”. E la seconda: “Serve chiarezza sullo scioglimento dei partiti di provenienza”.
Da Azione rincarano: “Renzi non vuole sciogliere Iv e non vuole destinare il 2 per mille al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza”. La politica è una questione di numeri. Prima sono crollate le percentuali del consenso. Poi sono venuti al pettine i finanziamenti. All’inizio, il progetto del partito unico subì una accelerata dopo l’ottimo risultato alle Amministrative di Roma del 2021, quando Calenda sfiorò il 20%. Un boom innescato da fattori locali. Perché poi è arrivata la prova delle Politiche: a settembre, nonostante Azione si fosse unita a Iv per raggiungere la doppia cifra, è arrivato solo il 7,8%. (affaritaliani.it)