“È stato uno dei soccorsi più impegnativi, se non il più impegnativo, della nave Geo Barents”, dice Riccardo Gatti, responsabile dei soccorsi a bordo della nave Ong di Medici Senza Frontiere. “C’è il bisogno di un operativo di soccorso che protegga la vita delle persone”, prosegue. “In particolare questo soccorso ha avuto inizio mentre ci stavamo dirigendo verso Nord, per cercare riparo dalla tormenta che si stava per abbattere sul Mediterraneo centrale, a quel punto abbiamo ricevuto in copia le comunicazioni da parte di Alarm Phone l’informazione su un’imbarcazione in pericolo che si trovava, in quel momento, a circa 160 miglia dalla nostra posizione. In una posizione molto critica, proprio nelle vicinanze di quella tormenta”.
Secondo Gatti “l’imbarcazione era in pericolo, si stava dirigendo verso una zona dove potevano essere presenti onde fino a 4 metri e mezzo e raffiche da 40 nodi di vento. Le condizioni meteo critiche hanno fatto sì che noi impiegassimo circa 11 ore per portare a compimento il salvataggio dei naufraghi. Vi erano donne e bambini, purtroppo le persone erano in condizioni molto critiche, in mare e senza acqua da giorni”.
Ma secondo i documenti esclusivi de Il Giornale in realtà il peschereccio non era alla deriva e aveva carburante a sufficienza. Nonostante questo l’imbarcazione della Ong lo ha fermato e costretto a sbarcare in Italia mettendo a rischio le persone a bordo. “Il Giornale pubblica le mail maltesi e del capitano di una delle navi mercantili intervenute, che svelano le bugie della Ong denunciando il comportamento al di sopra di indicazioni e regole. Medici senza frontiere, furbetti del mare, questa volta l’hanno fatta grossa violando il decreto Piantedosi“, si legge nell’articolo. “Adesso rischiano il secondo fermo della loro nave per due mesi. Al terzo l’imbarcazione viene confiscata in maniera definitiva”.
L’operazione della Geo Barents, secondo quanto rivela una fonte del Giornale, “è stata forzosa, senza rispettare le indicazioni delle autorità maltesi e ha messo a rischio gli stessi migranti. Con un mare forza 4 o 5 è più sicuro far navigare il peschereccio, che non era minimamente alla deriva, verso acque più tranquille piuttosto che fermarlo in mezzo al mare per un pericoloso trasbordo di oltre 400 persone”. (https://www.liberoquotidiano.it)