Roma, 5 apr. (Adnkronos) – “Quello di Gherardo Colombo è un contributo interessante, che conferma che Tangentopoli non fu soltanto un’operazione giudiziaria ma anche politica, con risvolti che prima o poi dovranno essere chiariti in sede storiografica”. Calogero Mannino, ex parlamentare e ministro Dc, commenta così all’Adnkronos la prefazione al libro postumo di Enzo Carra del magistrato del pool di Mani pulite, secondo il quale nel 1992 i politici che avessero accettato volontariamente di uscire dalla scena politica non sarebbero finiti sotto inchiesta.
“Indubbiamente -prosegue Mannino- si muovevano tanti negoziati mai portati alla luce, ma non sono in condizione di dire se poteva avere senso debrutalizzare l’operazione Tangentopoli. Comunque ci sarebbero stati effetti politici, basti pensare che tutti i dirigenti del Partito socialista finirono incriminati e una parte di quelli della Dc. A posteriori non si possono sputare sentenze, ma che quella non sia stata una semplice operazione giudiziaria è pacifico. Non so come si possa pensare, ad esempio, che nel giro di un mattino una Procura si trovi in mano tutte le carte, di tutti gli appalti, di tutte le operazioni sospette. Basti pensare cosa era quella stessa Procura di Milano tra l”89 e il ’90 in rapporto a Craxi e al sindaco della città”.
“Naturalmente il problema della corruzione era reale, ma è stato messo al centro di un progetto politico. Ma, ripeto, un giudizio più completo si potrà dare solo in sede storiografica, quando ci saranno a disposizione documenti, si potranno approfondire circostanze e magari -conclude Mannino- si potrà capire perchè solo una parte della Dc finì sotto processo, perchè alcuni si finanziavano in un modo e altri soltanto spiritualmente”.