Roma, 31 mar. (askanews) – Lo scorso anno il risultato lordo di bilancio della Banca d’Italia, prima di imposte e accantonamenti al fondo rischi generali, “si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi”. Lo spiega il governatore Ignazio Visco, nella sua relazione all’Assemblea dei partecipanti.
L’utile netto è calato a 2,1 miliardi di euro, quasi dimezzato dai 3,9 miliardi del 2021.In base a questi sviluppi il Direttorio dell’istituzione propone di non modificare i livelli di dividendi distribuiti ai partecipanti, già sottoposti a soglie limitative, mentre allo Stato arriverà un utile residuo da 1,676 miliardi che, sommandosi a imposte per 1,304 miliardi porterà la somma complessivamente destinata alle casse statali a circa 3 miliardi.
Il rialzo dei tassi della Bce “ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio Target, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi – ha spiegato Visco – in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine”.
(adnkronos) – “Quella odierna è l’ultima assemblea che presiedo come governatore. Il prossimo mese di novembre lascerò la guida dell’Istituto, nel quale feci ingresso nel 1972”. Lo ricorda Ignazio Visco, nel corso del suo intervento alla 129esima Assemblea ordinaria annuale dei partecipanti, che cade nei 130 anni dalla fondazione dell’istituto di via Nazionale.
“Nei dodici, intensi, anni da me vissuti al vertice della Banca, importanti cambiamenti sono intervenuti nell’esercizio delle funzioni dell’Istituto, nuovi compiti gli sono stati assegnati, ne sono cresciute le responsabilità. La sua proiezione europea è notevolmente aumentata. Il confronto di idee e la condivisione delle decisioni nell’ambito della Bce, che sono stati i tratti qualificanti della politica monetaria dopo la nascita dell’euro, lo sono divenuti anche nel campo della supervisione bancaria con l’istituzione del Meccanismo di vigilanza unico, a partire dal novembre del 2014”.