Gli intrecci tra Bill Gates, il biolaboratorio di Trieste e l’agenda 2030

Bill Gates

di Gloria CallarelliL’ ICGEB di Trieste è un biolaboratorio dove 18 gruppi, composti da oltre 180 ricercatori, sono attivi in vari campi della ricerca biomedica, inclusi progetti sulle malattie cardiovascolari, neurodegenerative e infettive, nonché in immunologia e genetica umana.

Nel biolaboratorio, però, sappiamo si manovrano anche virus letali. E, mentre chi ci lavora ha l’immunità, a pioggia arrivano i fondi da enti pubblici (governo in primis) e enti privati a partire da Onu e Bill Gates. Il quale, evidentemente, si trova a suo agio laddove girano i virus e gli antivirus. Ma qual è l’influenza di Bill Gates nel biolaboratorio di Trieste? L’influenza sembra notevole, così come gli ambiti di interesse di coloro che gravitano nel mondo dell’agenda 2030, e che il sito di Trieste, come altri in Italia, spinge, sono ovviamente coincidenti a quelli del magnate.

Pensiamo all’ex direttore Mario Giacca: fino al 2019 è stato a dirigere il centro ICGEB. Oggi Giacca è Preside della School of Cardiovascular and Metabolic Medicine & Sciences, e Professore di Cardiovascular Sciences presso la Faculty of Medicine & Life Sciences del King’s College London, quindi a Londra. Attenzione al King’s, perchè a breve ci ritorneremo.

Giacca è stato convinto sostenitore dei vaccini in tempo di Covid. A marzo 2021, ad esempio, scriveva sul Piccolo di Trieste di quanto è efficiente la sanità inglese in tema di vaccini. Digitalizzazione, organizzazione sociale, rispetto delle regole, disponibilità finanziaria privata e pubblica (tra cui le grandi case farmaceutiche): sarebbero questi, in sostanza, gli ingredienti positivi snocciolati dal Professore. Chi ha dimestichezza con l’agenda 2030 non può che rabbrividire.

Del resto è proprio grazie alla collaborazione con New England Biolabs ® (NEB ® ) e al sostegno della Bill & Melinda Gates Foundation, che ICGEB aiuta numerosi laboratori in diversi paesi africani a mettere a punto strategie efficaci ed economiche per sorvegliare SARS-CoV-2.

A luglio, sempre 2021, il Professore si lasciava andare ad una vera e propria dichiarazione d’amore per i vaccini RNA di Pfizer e Moderna in cui il “nostro” parla di scenari “entusiasmanti” e discorre sulle possibilità della tecnologia Crispr. La stessa tecnologia che Bill Gates elogia a più riprese. La stessa tecnologia, per capirci, con la quale nel 2019 il biofisico cinese He Jiankui, poi condannato a multa e prigione, è riuscito ad andare oltre il pensabile e ha fatto nascere due bambine con il genoma modificato. Praticamente due gemelle in provetta. La scusa era quella di creare un essere umano immune all’infezione HIV. Un Frankestein dei nostri giorni, transumanesimo allo stato puro. Insomma una tecnica, si può dire, quantomeno pericolosa.

In tutto questo, dicevamo, si inserisce Bill Gates. In passato già finanziatore negli anni 2012 per Trieste di vaccini contro la malaria e per la formazione dei ricercatori per la biosicurezza delle biotecnologie agrarie, (settore caro a Gates e agenda varia, vedi ingerenze UE e insetti) la Bill e Melinda Gates Foundation ha sovvenzionato (ci siamo ritornati) nel recente 2022 anche il King’s College (dove appunto lavora lo stesso Giacca ) con la cifra di 375.924 sterline. In realtà negli ultimi anni sono milioni i finanziamenti distribuiti al College. La gran parte riguardano la ricerca inerente ancora una volta l’HIV con le “strategie di vaccinazione preventiva” piuttosto che “determinare il potenziale ruolo della tolleranza come nuova strategia per il vaccino contro l’HIV”, ma c’è anche la ricerca sulla salute mentale e quella su tecniche e situazioni post partum, e infine sull’intelligenza artificiale applicata alle risonanze magnetiche. Dunque, gira e rigira, Bill sta dappertutto e laddove si parla di ricerca, sanità e agricoltura, l’altro punto che continuiamo a sottolineare ma che è di fondamentale importanza perchè riguarda un settore vitale per l’essere umano, lui c’è. Anche a Trieste.

L’attuale direttore del centro di Trieste, invece, Lawrence Banks, è nato a Rotheram (UK) nel 1960 e si è laureato in microbiologia presso l’Università di Leeds. Ha lavorato nel dipartimento di microbiologia presso la Leeds University, si è specializzato nello studio dell’HPV (il Papilloma virus Umano), e dal 1990 è group leader del Tumor Virology Laboratory all’ICGEB. Banks non poteva non essere accolto con gioia nella cerchia di amici e colleghi che contano: e infatti è stato anche relatore del World Science Forum, ovviamente struttura globalista al punto giusto, che tra le varie partnership vanta ad esempio l’Unesco e l’AAAS (American Association for the Advancement of Science). La quale AAAS già in passato ospitò gli interventi pro agenda (chip incluso) di Bill Gates.

Infine, per capire ancora una volta la cerchia di collaboratori che si aggirano nel biolaboratorio, citiamo anche il dott. Shekhar C Mande,  che nel 2021 ha rilasciato una dichiarazione entusiasta circa l’accordo firmato tra il Council of Scientific and Industrial Research e la Bill e Melinda Gates per “migliorare” la ricerca sanitaria in India, oppure la dottoressa Cristina Guerra-Giraldez che ha l’onore di essere menzionata all’interno del Weforum di Klaus Schwab. Tutti parte del consiglio dei consulenti scientifici che si ritroverà proprio il prossimo 4 aprile a Trieste. Obiettivi: riesaminare l’attività di ricerca scientifica di ciascuna Componente dell’ICGEB e riferire al Consiglio di Amministrazione, esaminare il programma di lavoro e il bilancio del Centro e formulare raccomandazioni al Consiglio e assistere il Direttore Generale su tutte le questioni sostanziali.

Morale della favola: fanno parte quasi tutti dello stesso “giro”. Virus e antivirus vaccinali, ingegneria genetica, agenda 2030, Davos, Bill Gates & filantropia varia, transizione agricola e digitale, Onu e Ue. Tutti riuniti in una struttura a trazione mondialista pura, allineata su quanto di sanitario circola sotto l’etichetta del Nuovo Ordine Mondiale.

Biolaboratori come questo ne stanno spuntando ovunque in Italia. La loro natura, che consente l’immunità a chi vi lavora, rappresenta il segnale chiaro di organismo particolare prossimo al laboratorio militare. Le armi batteriologiche esistono. Il Covid può essere stata benissimo una di quelle. Wuhan non sarà un caso isolato, non può esserlo perché il mondo delle sovrastrutture nazionali (e della gente “che conta”) da tempo si sta muovendo su binari precisi. Bill Gates ha parlato di “era delle pandemie”, l’attacco è all’uomo in modo trasversale. O siamo consapevoli di quello che sta avvenendo, e proviamo a protestare, o siamo costretti a soccombere nell’ignoranza per sempre.

(https://fahrenheit2022.it/)

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