Ucraina, Conte a Meloni: “Sta portando la guerra in Italia”

Giuseppe Conte

“Il 1 marzo 2022 questo Parlamento approvò le forniture militari all’Ucraina ma con precisi limiti: legittima difesa e sostegno a iniziative multilaterali utili a una de-escalation. Noi decidemmo, non senza tormenti di coscienza, di non abbandonare l’Ucraina ma a patto che alle armi si affiancasse subito una forte iniziativa diplomatica dell’Italia, dell’Ue e della Nato. Dopo 12 mesi, tutte quelle promesse sono state tradite, prima da Draghi e ora dal suo governo che del governo Draghi è la brutta copia”.

Così il presidente del M5S Giuseppe Conte, nel suo intervento in Aula alla Camera a seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo.

E ancora: “Le armi inviate in Ucraina da difensive diventate sempre più offensive” e “altro che gratuite, presidente Meloni”, mentre “nessuna voce si leva a prendere le distanze dall’alleato inglese che ha annunciato l’invio a Kiev di proiettili con uranio impoverito. Ci state trascinando di gran carriera in guerra ignorando che in un conflitto scatenato da una potenza nucleare non ci sono vincitori. Per questo non possiamo sostenere ulteriori forniture militari e inviamo tutti in Parlamento a uscire dall’equivoco che questo sia il modo di aggiungere la pace”.

“Lei, presidente Meloni, ieri in Senato ha dichiarato che non è questo il momento della pace, e qual è? Chi lo decide e su quali basi? Noi non abbiamo ottenuto nessuna risposta da lei, ma un’indicazione è venuta dal suo maitre à penser, Orban, che ha dichiarato: siamo molto vicini a mettere sul tavolo la proposta che anche i soldati dei paesi alleati di Kiev attraversino il confine e vadano in Ucraina”.

“Vede presidente Meloni, lei sta portando l’Italia in guerra con piglio coraggioso, ma gli italiani sanno che il coraggio non alberga in chi si limita a prendere ordini per compiacere alleati protesi all’escalation militare, ma in chi ha la forza di parlare ai nostri alleati e porre l’Italia in linea con la sua tradizionale vocazione a capo di uno sforzo diplomatico per una via d’uscita politica che è l’unica vera alternativa al conflitto globale”. “Ieri in Senato lei ha detto che lei sulle armi ci mette la faccia, noi prendiamo atto del suo appoggio alle lobby delle armi, lei la faccia ce la mette ma è una faccia di bronzo”, incalza Conte.

Sui migranti, aggiunge il leader M5S, “la dura realtà è più forte della propaganda. Cosa è successo del blocco navale? Si diceva pronta, ma la dura realtà l’ha schiaffeggiata: con voi a Palazzo Chigi gli sbarchi sono triplicati. La verità è più forte delle bugie”.

“Presidente Meloni – ha continuato l’ex premier -, ha avuto l’audacia di affermare che preferirebbe dimettersi piuttosto che andare in Ue come ho fatto io. Inutile ricordarle che il mio governo è andato in Europa e ha riportato 209 miliardi, lei non ha portato nulla, in compenso rischia di farci perderei soldi del Pnrr. Ma anche questa volta non rispondo all’insulto, ma rispondo con parole non mie: ‘L’Italia esce in piedi, riconosco a Conte di essersi battuto’. Sono parole del 2020 di un’agguerrita deputata FdI che in uno scatto di onestà intellettuale ha riconosciuto i risultati del mio governo, si chiamava Giorgia Meloni. Complimenti per l’ennesimo voltafaccia”.  ADNKRONOS