“Huc può estrarre energia dall’idrogeno nell’aria, che è effettivamente illimitata”, ha detto uno dei ricercatori. Una scoperta che ha il potenziale di spazzare via la realtà in cui viviamo e farlo in meglio, modificando le nostre fonti di approvvigionamento.
di Antonio Amorosi – www.affaritaliani.it – Un gruppo di ricercatori australiani è riuscito a isolare un enzima in grado di produrre elettricità dall’aria, dal nulla quindi. Apparentemente perché in un centimetro cubo di aria ci sarebbero circa 27 miliardi di miliardi di molecole, un numero incalcolabile: siamo immersi in un oceano di molecole e atomi. Lo studio si chiama “Structural basis for bacterial energy extraction from atmospheric hydrogen” ed è stato pubblicato su Nature.
L’enzima è chiamato “Huc” e l’opera è dell’University Monash di Melbourne che ha utilizzato piccole quantità di idrogeno presenti nell’aria per generare corrente elettrica.
Questo nuovo enzima batterico trasforma le tracce di idrogeno nella nostra atmosfera in elettricità, tecnologia che potrebbe essere utilizzata nelle celle a combustibile che alimenta qualsiasi cosa, da uno smartwatch persino a un’auto. Se arrivasserro subito investimenti imponenti in grado di avanzare su questa strada con la costruzioni di rete per l’approvvigionamento avremmo davvero un cambio di rotta nell’uso dell’energia che spazzerebbe i discorsi strampalati dei salotti ecologisti che non sembrano comprendere la complessità della tematica. L’energia prodotta in questo caso è davvero ecologica al 100%.
La produzione di energia dall’aria risulta oltretutto particolarmente stabile e l’enzima Huc si può immagazzinare a lungo e in condizioni climatiche anche estreme. Si parte con l’utilizzo per alimentare piccoli dispositivi. Ma il risultato sembra entusiasmante.
“Sappiamo da tempo che i batteri possono utilizzare la traccia di idrogeno nell’aria come fonte di energia per aiutarli a crescere e sopravvivere”, ha affermato il professor Greening sul sito dell’università australiana, “anche nei suoli antartici, nei crateri vulcanici e nelle profondità dell’oceano. Ma non sapevamo come hanno fatto, fino ad ora.”
I ricercatori che hanno lavorato allo studio hanno estratto l’enzima responsabile dell’utilizzo dell’idrogeno atmosferico da un batterio chiamato Mycobacterium smegmatis. Hanno dimostrato che questo enzima, “Huc”, trasforma il gas idrogeno in una corrente elettrica.
Il dottor Grinter, primo firmatario dello studio ha osservato: “L’Huc è straordinariamente efficiente. A differenza di tutti gli altri enzimi e catalizzatori chimici conosciuti, consuma persino idrogeno al di sotto dei livelli atmosferici, appena lo 0,00005% dell’aria che respiriamo”.
La scoperta del suo team nasce da questo batterio, noto dal 1884, che di solito vive nel terreno, non causa alcuna malattia ed è stato relativamente ben studiato. I batteri sono difficili da coltivare. “Abbiamo quindi sviluppato una serie di nuovi metodi per far crescere i batteri, romperli e quindi isolare questo singolo componente”, ha riferito.
L’enzima risulta così stabile da potere essere congelato o riscaldato fino a 80 gradi Celsius. Continua lo stesso a conservare la sua capacità di generare energia. Per questo l’enzima è in grado di aiutare i batteri a sopravvivere anche negli ambienti più estremi.
Inoltre, dal momento che i batteri che producono enzimi come l’Huc sono comuni e possono essere coltivati in grandi quantità, vuol dire che potremo avere accesso a una fonte abbondante e sostenibile di energia. Dunque, un obiettivo chiave per il futuro è quello di aumentare la produzione di Huc e “una volta che ne produrremo in quantità sufficienti – sottolinea Grinter – l’unico limite per produrre energia pulita sarà, letteralmente, il cielo”.