Un’operazione che conferma quanto fosse alto il rischio di un fallimento di Credit Suisse. Talmente alto da spingere un colosso come Ubs a rilevare quel rischio, con la copertura finanziaria della Banca centrale svizzera e quella politica del Consiglio federale. Ovvero, con un’operazione di sistema sostenuta con i soldi pubblici, indispensabili quando la posta in gioco è troppo alta.
Ancora una volta, l’unica soluzione possibile di fronte a un disastro finanziario, costruito sulla pessima gestione e l’assenza di controlli, segue uno schema consolidato: una grande banca si muove utilizzando risorse non sue e attingendo dalle casse di uno Stato.
Basta fare due conti per inquadrare il tema. L’operazione è orchestrata dal Consiglio federale e dalla Banca nazionale svizzera, con l’istituto d’emissione che garantirà alle due banche liquidità per 100 miliardi di franchi. Per ridurre i rischi di Ubs, la Confederazione fornisce inoltre una garanzia di 9 miliardi per far fronte ai rischi di perdita dell’operazione. Per l’acquisizione di Credit Suisse, Ubs sborserà 3 miliardi di franchi svizzeri, in azioni della stessa Ubs. Il saldo tra quello che entra e quello che esce per il salvataggio di Credit Suisse rappresenta il rischio che viene rilevato e almeno una parte delle perdite potenziali.
Non tutte, perché una parte vengono diluite nella dimensione di un gigante come Ubs. Quando si parla di potenziali sinergie, si fa riferimento a una proiezione in cui si prevede che la fusione delle due attività genererà un tasso annuo di riduzione dei costi di oltre 8 miliardi di dollari entro il 2027. E questo vuol dire che quello che resta del valore di Credit Suisse è interamente assorbito da Ubs. Per questo, con estrema chiarezza, il presidente di Ubs Colm Kelleher ha puntualizzato: “Questa acquisizione è interessante per gli azionisti di Ubs ma, diciamolo chiaramente, per quanto riguarda Credit Suisse, si tratta di un salvataggio di emergenza”.
Un salvataggio ampiamente garantito dallo schema e dalle risorse messe a disposizione. Per questo, la transazione non è soggetta all’approvazione degli azionisti. UBS ha ottenuto il pre-accordo dalla Finma, dalla Banca nazionale svizzera, dal Dipartimento federale delle finanze svizzero e da altre autorità di regolamentazione principali sulla tempestiva approvazione della transazione. Non è un’operazione di mercato ma un’operazione di sistema. (Di Fabio Insenga – ADNKRONOS)