(www.liberoquotidiano.it) – Non aveva la camicia nera. Era africano. «Vile sfregio di stampo fascista! » aveva tuonato l’Anpi, l’associazione dei partigiani, l’indomani dell’incendio dei fiori sotto la lapide dell’antifascista Guido Picelli, a Parma, l’8 marzo. «Vandalismo fascista!», giù bordate su Facebook, e a spararle ancora i vecchi compagni. «Occorre sempre ricordare che il fascismo non è nato nelle grandi adunate, ma lungo le strade», aveva ammonito la Cgil di Parma, «bruciando effigi, vandalizzando luoghi aperti alla pubblica discussione, bruciando le sedi delle cooperative nel ventennio e assaltando le camere del Lavoro, usando violenza fino anche all’assassinio contro chi si opponeva».
QUANTI SBERTUCCIAMENTI
E invece, to’, alla fine «è stato identificato e denunciato per danneggiamento aggravato», si legge nel comunicato della procura di Parma, «un 31enne di origini africane, immortalato dalle videocamere di sorveglianza presenti in zona mentre dava fuoco con un pezzo di carta ai fiori. Si tratta di un semplice atto vandalico, un atto quindi senza alcuna matrice politica». E quindi, compagni? Niente. I compagni non hanno modificato di una virgola i loro post. Restano le accuse. Le invettive. Il solito motivetto. Il loro.
Ma sui social, sulla pagina dei partigiani, ci sono pure gli spernacchiamenti di decine di utenti. Tra questi, Daniele Ambrogi chiede: «Essendo stato appurato che l’artefice del gesto è un africano di 31 anni, si può considerare aggressione fascista?». Poi c’è Matteo Rossi che sottolinea che il vandalo era uno straniero, ed è qui che l’Anpi Parma ha un gran guizzo: «Matteo, sarebbe interessante conoscere le motivazioni del gesto».
Un fascio africano. Cos’è il genio?
È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Il partigiano Picelli da ragazzo si unì a una compagnia di guitti, e la performance dell’Anpi di Parma oggi non è da meno. Tra Anpi e Cgil è un profluvio di foto di nuovi fiori portati dopo quelli bruciati dal fascista. Mettono in posa pure i bambini. È come se la realtà non esistesse. È stato un fascista, punto. Ma è uno sbertucciamento dietro l’altro: «Faccio ancora in tempo a portare un fiore in risposta al vile sfregio di stampo fascista?». Tutti pronti i giornaloni e i quotidiani locali a dare la notizia – fiato alle trombe – del gesto fascista. Ma poi scoperta la verità si fatica a trovare nei titoli che l’autore del gesto è un extracomunitario. Di sicuro una dimenticanza. Può succedere. Intanto mentre scriviamo l’Anpi di Parma pubblica su Facebook un titolo di Repubblica: “Boom di iscrizioni all’Anpi, 140mila nuovi partigiani in difesa della Costituzione e dell’antifascismo”. Avrà influito l’attacco al partigiano Picelli. È strano, c’è un ascaro che è allegro…