Cambiano le accuse mosse ai 17 imputati nel processo “Angeli e Demoni”, sul cosiddetto “caso Bibbiano” relativo ai presunti affidi illeciti di minori in provincia di Reggio Emilia.
La presidente della Corte, Sarah Iusto, ha accolto le aggravanti presentate dal pm Valentina Salvi per alcune posizioni: si tratta di capi di imputazione per falso (perché chi li avrebbe commessi ricopriva ruoli di pubblico ufficiale), abuso di potere e lesioni (che ora diventano “continuate”).
A seguito della modifica dei reati contestati, gli imputati hanno ora tempo fino al 20 marzo – data della prossima udienza – per decidere se proseguire con il rito ordinario o se optare per riti alternativi, come il giudizio abbreviato.
A surriscaldare il clima in aula è stato però il lungo intervento del procuratore capo Calogero Gaetano Paci, che ha preso per la prima volta la parola per replicare sulle eccezioni sollevate sulle aggravanti. I difensori ne hanno sostenuto la “nullità per indeterminatezza” e hanno attaccato l’ufficio della Procura reo, a loro giudizio, di violazioni della procedure e di mosse “irrituali” e “surrettizie”, come ad esempio la contestazione delle nuove aggravanti per “allungare la vita” ai reati, molti dei quali risalenti al 2015, per impedire che cadessero in prescrizione. https://www.rainews.it