Borseggiatrice: “Carcere? Non rischio niente. Ho sempre un neonato”.
La questione delle borseggiatrici è diventato un caso politico dopo la richiesta del Pd di “rispettare la loro privacy e non filmarle”. Adesso proprio una delle “ladre di professione” come si definisce lei stessa, decide di uscire allo scoperto e raccontare tutto. “Mantengo io la famiglia: mando i soldi a casa e non sono pochi. È capitato – svela la borseggiatrice al Corriere della Sera – che in un giorno mettessi in tasca 1.000 euro, un’eccezione, perché anche 500 sono una fortuna ora che la gente gira con poco contante. Io però ho pazienza. Sette giorni su sette, dalla mattina alla sera. Vivo in una casa, zona Niguarda, nell’appartamento comprato dai miei genitori. Lo condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio. Guardi che affollamento, quante persone: ne studio i volti, le movenze, infine battezzo la vittima”.
La borseggiatrice racconta la sua strategia: “Mi apposto – svela a Repubblica – nei pressi dei distributori automatici di biglietti, così posso vedere dove il passeggero ripone il portafoglio. Quando decido di entrare in azione, seguendo il soggetto a mio giudizio più vulnerabile, spesso donne, mi sfilo il giubbotto e me lo porto al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella sua borsa. Se pesco uno smartphone va bene uguale. Adesso dove vado, con 9 figli, io che non so fare niente e che sono semianalfabeta? L’unica cosa che mi riesce bene è rubare. A volte ho i sensi di colpa. Carcere? Con un bimbo appena nato non corro nessun rischio. Non mi portano più nemmeno in caserma. Prima ci finivo anche più volte al giorno: sempre rilasciata perché incinta o in quanto madre di neonati”. affaritaliani.it