Burioni, ennesima filippica in difesa dei “vaccini”

Burioni varianti covid dosi di vaccino

Milano, 15 mar. (Adnkronos Salute) – Flop dei vaccini anti-Covid per mancato sviluppo di anticorpi anti Sars-CoV-2? Sulla questione, e l’attenzione mediatica che la circonda in queste ore, posta su Facebook una lunga analisi Roberto Burioni, professore di Virologia e Microbiologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

“La protezione suscitata da un vaccino – spiega l’esperto – è una cosa complicata: una persona non esperta può pensare che il meccanismo sia semplice. Il vaccino induce gli anticorpi, gli anticorpi proteggono e amen. Se gli anticorpi ci sono bene, se non ci sono il vaccino non ha funzionato. In realtà le cose sono molto più complicate per una serie di motivi. Prima di tutto – precisa Burioni – noi spesso non sappiamo quale sia il livello protettivo di anticorpi, per cui non è possibile sapere se la quantità di anticorpi presenti è sufficiente. In secondo luogo, anche quando gli anticorpi non ci sono, non è detto che il vaccino non abbia funzionato. Questo perché non ci sono solo gli anticorpi a proteggerci (ci sono anche le cellule T), ma anche per un motivo un poco più complesso.”

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“Quando noi incontriamo un virus per la prima volta, abbiamo una risposta immunitaria lenta e meno efficace, non fosse altro perché il sistema immunitario deve essere certo di non attaccare i nostri organi. Al contrario, quando incontriamo lo stesso virus dopo averlo già visto, la risposta è veloce e potente. Talvolta, anche se nel siero del paziente non si vedono anticorpi dopo la vaccinazione, è sufficiente questa maggiore ‘velocità’ nella risposta per proteggere il vaccinato dall’infezione”.

“Poi – prosegue lo scienziato – bisogna decidere a cosa vogliamo che serva il vaccino: a evitare l’infezione o a evitare la malattia grave? Un vaccino come quello contro la poliomielite (Salk) non era efficacissimo nel bloccare l’infezione e quindi il contagio, ma ha dato un contributo fondamentale per fare scomparire questa malattia, eppure mai nessuno si è lamentato di questo. Infine, ci sono stati anche casi in cui la presenza di anticorpi non solo ha significato mancanza di protezione, ma addirittura una malattia più grave: è accaduto con un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale sperimentato (e subito ritirato!) negli anni ’60, che faceva produrre gli anticorpi ‘sbagliati’ causando nei vaccinati una malattia più grave. Capite dunque che definire un ‘fallimento vaccinale’ è cosa difficile, richiede studi lunghi e ragionamenti non proprio semplicissimi da parte di gente che ha studiato molto”.

“Insomma, l’immunologia e la virologia sono materie molto complicate – rimarca Burioni – che non sempre si possono semplificare in slogan utili per fare delle polemiche che magari servono ad aumentare l’audience o a vendere copie di giornali, ma alimentano solo la confusione su temi che devono invece essere affrontati con molto rigore, perché dalla loro giusta interpretazione dipende la salute della gente (soprattutto dei più deboli) e la sicurezza della nostra comunità”.

Vorrei potere concludere questo post dicendovi ‘fidatevi degli esperti’, ma mi rendo conto che è molto difficile per chi non è del campo capire chi sono quelli veramente esperti – riflette il virologo – perché in questo caso l’autocertificazione non vale e si corre il rischio di scegliere l”esperto’ non più affidabile, ma quello che dice le cose che più piacciono, qualunque esse siano”.

“Però inutile lamentarsi: dobbiamo accettare questi cambiamenti della società, ormai un luogo – chiosa Burioni – dove ‘fragolino78’ è autorevole quanto un premio Nobel. Questo anche perché alcuni scienziati che hanno preso il Nobel le hanno sparate più grosse di fragolino78”.


LORO LI CHIAMANO VACCINI. NOI SIERI SPERIMENTALI.
IN REALTÀ SONO ARMI DI DISTRUZIONE MASSA