Si rafforza l’asse militare fra Regno Unito e Paesi scandinavi (oltre che dell’Europa centro-orientale) in chiave di “contenimento” della Russia sullo sfondo della guerra in Ucraina. La Norvegia ha infatti messo a disposizione delle forze britanniche una base a nord del Paese nel quadro di un rafforzamento delle posizioni Nato sul fronte artico, dove Mosca ha un’estensione territoriale enorme.
La base, ribattezzata Camp Viking, si trova a circa 65 chilometri da Tromso e aveva ospitato in passato una missione alleata olandese. Ora passa nelle mani di un contingente britannico di ben altro peso, formato da unità d’elite di commando dei Royal Marines. Si tratterà di una base permanente, come si legge in una nota diffusa dagli alti comandi della marina di Sua Maestà, collocata “in posizione ideale” nell’ipotesi teorica di un tentativo d’invasione russo del territorio norvegese. Stando al comunicato di Londra, la struttura è concepita come un posto d’osservazione, affidato però militari in stato d’allerta e in assetto da battaglia “in grado di combattere in caso di necessità in condizioni di freddo estremo”.
L’accordo prevede una permanenza dei britannici di almeno 10 anni, “a protezione del fianco nord della Nato e di un alleato stretto come la Norvegia”. Oslo da parte sua precisa che il campo resta ovviamente sotto sovranità norvegese e che sarà la Norvegia a “finanziare i costi dell’infrastruttura e i fondi operativi”. Lo Stato nordico, che ha 198 chilometri di confine comune con la Russia all’altezza del Circolo Polare Artico, fa parte, oltre che dell’Alleanza Atlantica, della Joint Expeditionary Force: nucleo di Paesi – in prima fila fra l’altro nel sostegno bellico a Kiev – guidato dal Regno Unito e composto anche da forze di Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Olanda e Svezia.
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