(https://foodculture.tiscali.it) – Dici Gino Sorbillo e parli di un’autorità in materia se quella materia è la pizza. Sorbillo era già stato protagonista delle risposte a Briatore che considerava impossibile servire pizza a 3 o 5 euro, come avviene comunemente in tutta l’Italia e come street food a Napoli. E pur riconoscendo le pizze gourmet che usano ingredienti di più alta qualità e quindi costano di più, aveva mostrato la genuinità popolare di uno di piatti italiani più amati e diffusi al mondo. Da mesi però l’argomento è l’arrivo della farina di grillo in alimenti di uso comune (ne abbiamo parlato qui). Se il debutto del pane di Murdocco con dentro i grilli ridotti in polvere è stato accolto da insulti, minacce e inviti ad andarsene dall’Italia, il cheeseburger coi grilli ha fatto faville a Milano e dintorni. Mancava la pizza, che è come scherzare con i santi. Sorbillo non ha avuto paura di provare a farla e proporla all’assaggio dei suoi clienti. Filmando il tutto.
“Odore strano, sapore amaro, sembrano crocchette per i gatti”
Com’è andato il debutto italiano della pizza nel cui impasto è stata usata la farina di grillo? Costosa pure, perché viene 75 euro al chilo, per di più. Male, a giudicare dalle reazioni dello stesso Gino Sorbillo e del suo team, fin dall’apertura della confezione con versamento nell’impastatrice. I commenti sono fra l’esilarante e l’inorridito, punteggiati da molti “ma ched’ è”?. Vanno dall’odore che emana dalla busta (“sembra quello delle crocchette di gatto”) all’aspetto più scuro della pizza finita, fino al retrogusto amaro che per alcuni sa di cacao. Poi le reazioni, schifate, di chi assaggia. Si può obiettare che si tratti di una questione culturale, che manca l’abitudine.
Non è nemmeno farina, è altro
Ma Sorbillo, che apre a impasti alternativi come quello con la canapa, considera “inammissibile” la pizza con la farina di grillo. Che per lui è una polvere, nemmeno una farina, e può danneggiare gli altri lievitati mentre impone un prezzo al prodotto finale certo non popolare: ci vogliono oltre 7 euro di solo impasto. Quindi: “Diciamo NO alla farina di grillo!”, come scrive dopo il test di assaggio. E la pizza con i grilli sminuzzati dentro è definita senza mezze misure: “Una porcheria” e “un’assurdità”. Mentre questo tipo di ingrediente è destinato comunque a diffondersi dopo l’apertura dell’Ue che permette di usarlo, come avviene anche per altri tre insetti: la farina di locusta, la larva gialla della farina e quella del verme della farina minore.