(www.ilgiornale.it) – La rottamazione degli oramai “celebri” banchi a rotelle tanto voluti dall’allora ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina costerà cara alla preside di un liceo di Venezia. La Corte dei conti ha infatti condannato la dirigente scolastica a pagare un risarcimento di ben 38mila euro per ciò che accadde nell’autunno di due anni fa.
L’episodio risale all’ottobre del 2021 quando, in epoca di restrizioni da Covid, la preside scelse non utilizzare più le nuove sedute proposte agli istituti scolastici e di liberarsene. Le immagini dei banchi a rotelle accatastati fuori dalla scuola divennero in breve tempo virali sul web.
La (brutta) fine dei banchi a rotelle di Azzolina&Co.
Quando i fatti furono di dominio pubblico, l’Ufficio scolastico regionale del Veneto decise di intervenire direttamente, e sollevò dal proprio incarico la dirigente, adducendo come motivazione il “mutamento d’incarico per casi eccezionali”. Al contempo, come ricordato da Skuola.net, fu anche avviata un’indagine circa la condotta della oramai ex preside, che dovette pagare una sanzione. La donna si giustificò allora, durante un’intervista concessa al quotidiano “Il Gazzettino”, dicendo di non aver mai richiesto la dotazione dei banchi a rotelle.
Il commissario
A intervenire nel dibattito fu la struttura incaricata da Giuseppe Conte di gestire l’emergenza Covid, al vertice della quale si trovava allora il commissario straordinario Domenico Arcuri. Tramite un comunicato ufficiale, suddetto organo dichiarò che la dirigente scolastica aveva invece firmato un “certificato di regolare fornitura e verbale di collaudo”.
Certificato che sanciva la fornitura di quaranta banchi a rotelle, che in realtà non furono mai utilizzati dall’istituto scolastico in questione: le nuove sedute tanto care al ministro Azzolina vennero accatastate nella biblioteca, rendendo inoltre difficile accedere alla struttura e fruire dei suoi servizi.
Nella sua spiegazione, la preside sottolineò il fatto che le nuove sedute volute dall’allora ministro dell’Istruzione erano decisamente più grandi e ingombranti di quelle tradizionalmente utilizzate nell’edificio scolastico: questa situazione rendeva difficile addirittura il regolare svolgimento delle lezioni, creando disagi e scomodità agli alunni. Ecco quindi il perché della scelta di eliminare i banchi in questione. La spiegazione di una scelta magari fatta in buona fede, tuttavia, non è servita a evitare la sentenza da parte della Corte dei conti, che ha condannato la donna a pagare un salato risarcimento.