“Parto cesareo in ritardo”, neonata muore. Medici: “abbiamo seguito le linee guida”

neonata reparto maternità

(https://www.leggo.it) – Un messaggio duro, toccante, di una mamma che ha perso la sua neonata da poche ore dopo nove mesi di gravidanza, e non riesce a rassegnarsi a quello che è accaduto. La protagonista è una giovane donna che stava per diventare mamma: lei si chiama Giulia e sul suo profilo Facebook ha pubblicato il suo sfogo dopo aver perso Camilla, la sua primogenita. A casa tutto era pronto per accoglierla, ma la piccola è morta nell’ospedale villa Betania di Napoli subito dopo il parto cesareo deciso, accusa la donna, troppo tardi.

«Oggi torno a casa con il ventre vuoto, una cicatrice ed una bara. La mia casa sa di rosa, i cassetti sono pieni delle sue cose che non saranno mai indossate», scrive Giulia. «Quello del medico – scrive – non è un lavoro che si improvvisa, sono stata incisa 24 ore dopo la rottura delle acque, sono stata abbandonata alla speranza che i dolori incalzassero e il battito della bambina si stabilizzasse. È stata per me una violenza. Tutto per un maledetto parto naturale». Dalla direzione sanitaria assicurano però che «tutte le linee guida sono state rispettate»: a fare luce sull’episodio saranno un’inchiesta interna e quella giudiziaria.

Resta il dolore e l’atto di accusa di Giulia. La donna, dopo aver rotto le acque alla 38/a settimana, è corsa in ospedale, ma «i dolori non sono arrivati. Il parto è stato indotto il mattino seguente ma qualcosa è andato storto, il battito della mia bambina decelerava, io ero in ipertono uterino, potevo morire con lei. Tanti, tanti ostacoli al parto naturale e mi è stato detto ‘sofferenza fetale è un parolone’. Nonostante queste parole ho stretto a me una bimba col cuore caldo ed il cervello spento. Distacco di placenta improvviso».

«La morte cerebrale della mia bimba – ricostruisce Giulia – è sentenziata, ma il suo cuore è forte, resiste, si aggrappa alla vita, al mio petto. Cami muore 24 ore dopo l’intervento. Siamo nati e morti con lei. Il dolore è inspiegabile ma non mi fermerò mai, esigo giustizia per la mia anima innocente. Lotterò affinché la sua morte non sia stata vana, affinché nessuna donna e nessun bambino vengano trattati in questo modo. Te lo prometto amore mio».

L’ospedale: fatto tutto il possibile

Dall’ospedale c’è solidarietà e partecipazione al dolore della donna, ma anche la convinzione di aver fatto tutto quello che si doveva. «Siamo provati da questo evento, ci rendiamo conto della tragedia, ma siamo con la coscienza a posto, perché abbiamo rispettato le linee guida delle buone pratiche», spiega all’ANSA Vincenzo Bottino, direttore sanitario di Villa Betania. La morte è avvenuta per un improvviso e massivo distacco della placenta, un evento raro e imprevedibile: questo è quanto emergerebbe dall’audit interno disposto per fare luce sull’evento.

Il cesareo, spiegano i medici, non è stato rimandato. «La signora – dice Bottino – è stata ricoverata e sottoposta al monitoraggio secondo prassi e linee guida. Noi su questo aspetto siamo molto attenti, perché siamo il secondo punto nascita della Campania e primo o secondo sul numero di parti naturali. La signora è stata controllata in continuazione con parametri sempre stabili e tranquilli, dopo alcune ore da induzione del travaglio si è assistito a una sofferenza fetale improvvisa e diagnosticata precocemente, per cui dopo cinque minuti è stata portata in sala per il taglio cesareo con urgenza. Da questo cesareo in pochi minuti è nato un feto in forte sofferenza con la placenta distaccata, che ha poi portato al decesso». Bottino ripete che tutto quello che si doveva fare è stato fatto: «Per chi fa questa attività come noi, con duemila parti l’anno, è necessario standardizzare tutti i processi, un reparto come questo non si può permettere di non applicare le linee guida».