Cronistoria dell’Istituto Emiliani di Fognano: un lungo, deliberato strangolamento

Istituto Emiliani di Fognano

Sabato 25 febbraio2023, il Comitato Istituto Emiliani, nato per salvaguardare un istituto Patrimonio della Comunità e per sostenere le suore domenicane del santissimo Sacramento di Fognano, ha tenuto una conferenza stampa davanti all’edifico storico. Il comitato ha pronunciato parole di fuoco nei confronti del commissario mandato da Roma. Ha chiesto che le suore non siano lasciate sole e che ci sia più cura per la storia dell’istituzione.

Cronistoria dell’Istituto Emiliani di Fognano
ovvero
Cronaca di un lungo, deliberato strangolamento

Il complesso tutto denominato “Istituto Emiliani” in Fognano di Brisighella fu riacquistato dalla Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento il 16 luglio del 1898.
Che cosa abbia rappresentato per la comunità territoriale per oltre un secolo, come abbia supplito e surrogato alle difficoltà, alla impossibilità delle istituzioni di far fronte ai bisogni della collettività in momenti di grave difficoltà, come sia stato un riferimento anche per una comunità ben più estesa di quella di Fognano e Brisighella, tutto questo è radicato nella consapevolezza collettiva di tutti gli appartenenti a detta comunità territoriale da sempre in simbiosi con la Congregazione riconoscendo ad essa rispetto e gratitudine per l’abnegazione con la quale ha esercitato un ruolo fondamentale soprattutto per la femminile, materna capacità di accoglienza, aiuto e sostegno in grado di commutare e rigenerare anche atti di violenza in Amore.

Tutto questo però ha relegato in secondo piano quanto affermato nella prima frase di questo documento: l’Istituto Emiliani in Fognano di Brisighella fu riacquistato dalla Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento il 16 luglio del 1898 con proprio denaro ovvero con denaro proveniente anche dalle famiglie d’origine e dalla comunità locale.

Negli ultimi anni l’opera della Congregazione è continuata nello stesso solco:

1999 – 2001 Ristrutturazione dei tetti con Contributi della Sovraintendenza ;
2004 Ristrutturazione dell’asilo (infanzia e materna) con Contributo della Regione;
2005 – 2007 Rifacimento della centrale termica, della cucina e della lavanderia;
2007 – 2009 Ristrutturazione dei tetti – Rifacimento impianto elettrico ospiti;
2012 – 2014 Messa a norma impianti con Autofinanziamento delle Suore (libero conferimento alla Congregazione da parte di alcune suore di eredità familiari);
2014 Costruzione della cabina Enel (sempre a proprie spese).
Giova ricordare che quando si afferma che si è provveduto alle spese con proprie risorse si intende che il frutto del lavoro (instancabile ed immenso per qualità e quantità) delle Suore e tutti i loro personali averi sono stati completamente reinvestiti nell’Istituto Emiliani garantendo efficienza e rispetto di tutte le norme e previsioni di legge per continuare la Missione della Congregazione a gloria di Dio ed a supporto della comunità locale di chiunque avesse bisogno e necessità: una dedizione totale!

Cosa è successo negli ultimi dieci anni

Intanto cominciamo col dire che la Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento erano proprietarie di altre Case (sempre acquistate nel medesimo modo) che hanno provveduto (o sono state costrette) a vendere proprio per far fronte agli enormi costi della struttura di Fognano.
Con la vendita della casa di proprietà della stessa Congregazione a Bologna, ad esempio, sono state liquidate tutte le spese e le pendenze fino al 2007.

Nel 2015, per pura casualità in coincidenza con l’insediamento di S.E. Rev.ma Mons. Mario Toso a vescovo di Faenza-Modigliana, si registrano alcune segnalazioni di alcune consorelle (di stanza nella Casa romana della medesima Congregazione) alla Congregazione degli Istituti Religiosi di Roma che dovutamente scrive a Suor Marisa Bambi in qualità di Madre Superiora (per correttezza e trasparenza riportiamo uno stralcio del testo, indicativo del contenuto della comunicazione stessa): “ … Reverenda Madre, è pervenuta notizia secondo la quale nel suo Istituto, composto ormai da solo due comunità, si riscontrerebbero, oltre alle ben note e diffuse problematiche inerenti alla mancanza di vocazione e all’età avanzata delle religiose, anche gravi mancanze di comunione e di intesa, di senso religioso e vita spirituale, nonché una gestione economico finanziaria significativamente deficitaria. La prego pertanto, cortesemente, di inviare unitamente al Suo parere, informazioni circa quanto sopra.”

Ad ottobre 2015 la Congregazione degli Istituti Religiosi scrive: “Attese alcune informazioni pervenute nel 2014, circa lo stato interno e l’amministrazione economico/finanziaria della Congregazione delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento, Istituto di diritto diocesano la cui sede principale è a Fognano, Diocesi di Faenza – Modigliana, questa Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, al fine di verificare la fondatezza di quanto riferito e comunque di accertare il reale stato interno dell’Istituto in ogni ambito” chiede al Vescovo della Diocesi, Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Mario Toso, di disporre e di effettuare, personalmente o tramite persona di sua fiducia, una Visita canonica all’Istituto.

Nel novembre 2015, con decreto della Congregazione degli Istituti Religiosi è nominato un Visitatore Apostolico: Rev. Padre Fausto Arici O.P. che si è avvalso della collaborazione del dott. Maurizio Ghini, economo della diocesi di Faenza – Modigliana ed esperto in materie economico/amministrative, e del Rev.do P. Daniele Drago, O.P., che ha svolto l’ufficio di Segretario del Visitatore.

Solo nel dicembre 2016 il Rev. Padre Fausto Arici O.P. invia la relazione finale, circa quanto riscontrato nella Famiglia religiosa, al Vescovo di Faenza, il quale a sua volta la inoltra al Dicastero romano: “Quantunque il Visitatore abbia riscontrato tra le religiose dell’Istituto una apprezzabile comunione ed intesa, nonché un lodevole zelo e dedizione nella conduzione delle attività apostoliche, nel contempo, sono state rilevate delle serie problematiche sia nell’ambito dell’amministrazione economico/finanziaria, risultata alquanto deficitaria, sia riguardo alle capacità gestionali delle religiose, nel superare dette difficoltà … pertanto la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ritiene necessario nominare un Commissario apostolico”.

Nel marzo 2017 è conferito al Rev. Padre Fausto Arici O.P. l’ufficio di Commissario Apostolico ad nutum Sanctae sedis, per tutte le Comunità e le Sodali della Congregazione delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento di Fognano:
“Il conferimento di detto ufficio di Commissario Apostolico implica l’attribuzione al Rev. Padre Fausto Arici di tutte le competenze che la normativa particolare dell’Istituto e quella universale della Chiesa, attribuiscono al Governo Generale del medesimo Istituto religioso … spetterà alla Congregazione delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento di Fognano assolvere sia il rimborso delle spese sostenute dal Rev.do P. Arici nell’esercizio dell’ufficio di Commissario Apostolico e dai collaboratori da lui eventualmente nominati, sia l’onorario per il loro servizio, secondo nota che essi presenteranno alla Superiora Generale”.

Prima di proseguire è opportuno introdurre alcune riflessioni e chiose e riconnettere alcuni fatti e circostanze già indicati in apertura:
come scrive lo stesso Padre Arici “… il Visitatore (“ha” n.d.r.) riscontrato tra le religiose dell’Istituto una apprezzabile comunione ed intesa, nonché un lodevole zelo e dedizione nella conduzione delle attività apostoliche, nel contempo, sono state rilevate delle serie problematiche sia nell’ambito dell’amministrazione economico/finanziaria, risultata alquanto deficitaria, sia riguardo alle capacità gestionali delle religiose, nel superare dette difficoltà..”; dunque per stessa ammissione di Padre Arici risultano destituite di ogni fondamento le lamentele e le segnalazioni delle consorelle della Casa di Roma che hanno attivato l’attenzione dei superiori su Fognano;
il nuovo focus è centrato sulla carente capacità gestionale della Madre Superiora di Fognano la cui incapacità rende necessario addirittura un Commissariamento gestionale ad opera dello stesso P. Arici;
giova ricordare quanto già prima esposto: dal 2007 al 2014 la Congregazione delle Suore del SS. Sacramento hanno provveduto con proprie risorse anche personali al rifacimento della centrale termica, della cucina e della lavanderia; alla ristrutturazione dei tetti ed al rifacimento e messa a norma dell’impianto elettrico ospiti; alla costruzione della cabina ENEL;
nei bilanci 2016/2017 risultano effettivamente modesti disavanzi dovuti esclusivamente all’impatto della coeva Legge “Renzi” per crediti verso i dipendenti, gli insegnanti e le forniture non alimentari; giova precisare che chiunque esercitasse all’epoca attività simili si è trovato a far fronte a dette improvvise ed imprevedibili difficoltà. L’attribuzione di detti minimi disavanzi a mala gestio è del tutto infondata, strumentale, frutto di ignoranza e/o mala fede. Comunque la Congregazione di Fognano aveva comunque fatto fronte a detti modesti disavanzi attivando senza problemi linee di credito con le banche interagenti sulla scorta di garanzie personali delle Suore acquisite da detti istituto di credito;
dall’analisi dei bilanci e della documentazione a supporto delle annualità in questione, prima del Commissariamento, risulta massimamente evidente e comprovato tutto quanto finora affermato;
infine ci si chiede, qualora davvero vi fossero e/o vi fossero state difficoltà gestionali e/o economico/finanziarie qual è la ratio e l’aspettata efficacia di un ulteriore pesante aggravamento delle uscite imputando “alla Congregazione delle Suore Domenicane del S.S. Sacramento di Fognano assolvere sia il rimborso delle spese sostenute dal Rev.do P. Arici nell’esercizio dell’ufficio di Commissario Apostolico e dai collaboratori da lui eventualmente nominati, sia l’onorario per il loro servizio, secondo nota che essi presenteranno alla Superiora Generale”.?

Ma ritorniamo alla cronistoria perché dalla fase preparatoria entriamo nella “fase dell’esecuzione” perché con la gestione commissariale i debiti cominciano ad esserci davvero e ad aumentare in progressione geometrica e contemporaneamente si intravedono e si realizzano alcuni dei fini ultimi di tutta la manovra di strangolamento.

Dal 2017 al 2019, si esplica la gestione commissariale che lascia completamente all’oscuro la Madre Superiora rispetto a quanto accade; vengono chiusi i conti in banca della Congregazione e verosimilmente aperti presso altri istituti bancari ed in altre sedi; vengono cambiati commercialisti, fiscalisti e consulenti vari; restano gli accrediti delle entrate dell’Istituto Emiliani nei nuovi conti predisposti dalla gestione commissariale (sulla cui entità la Madre Superiora viene mantenuta costantemente all’oscuro); viene imposto alle Suore di devolvere alla gestione commissariale le proprie pensioni ed ogni ulteriore entrata senza porsi il problema di erogare quanto necessario alla pura sopravvivenza di esse e nemmeno a far fronte a quegli oneri, tasse, spese di cui avrebbe dovuto farsi carico la gestione commissariale; per circa dieci mesi le Suore soggiacciono al diktat poi, per disperazione, non devolvono più le pensioni e le ulteriori entrate e tuttavia provvedono al pagamento (con esse) di tutti gli oneri e tasse dell’Istituto Emiliani (11.500 € ad esempio per l’assicurazione del fabbricato e dei mezzi necessari all’esercizio delle attività al pubblico) nonché a garantire la mera sussistenza della Comunità. Nonostante tutto riescono ad andare avanti.

In questi anni tuttavia continua imperterrita l’opera di strangolamento; aumentando i debiti e moltiplicandosi le uscite, dalla gestione commissariale viene imposta alla Congregazione del SS. Sacramento la vendita della loro Casa a Roma; valore di mercato certificato da perizia immobiliare: almeno € 5.000.000,00 .

La Madre Superiora combatte e resiste per mesi e la situazione permane in stallo; forse la gestione commissariale attende l’esito di un evento importante calendarizzato: il Capitolo Generale della Congregazione che avrà luogo nell’agosto 2019 con l’elezione della nuova Madre Superiora. Da quel capitolo Suor Marisa Bambi esce confermata Madre Superiora con votazione unanime delle consorelle!

Si complicano quindi i piani: pur essendoci una gestione commissariale che ha esautorato dei suoi poteri e della gestione la Madre Superiora, essa resta comunque la Legale Rappresentante a tutti gli effetti della Congregazione, per di più con conferma unanime (per la cronaca è evidente che anche le consorelle che a suo tempo avevano promosso l’ispezione avevano votato per suor Marisa!).

La risposta non si lascia attendere: nel novembre 2019 interviene una lettera della Congregazione degli Istituti Religiosi a Suor Marisa con richiamo per il suo comportamento nei confronti del Commissario Apostolico: “….Tale Suo comportamento, oltre ad essere notevolmente improprio per una religiosa, risulta inadeguato anche per una semplice fedele, e comunque ha rafforzato ulteriormente questo Dicastero circa l’opportunità del commissariamento dell’Istituto … di conseguenza, Le significo che si ritiene necessario e urgente che la rappresentanza legale dell’Istituto passi al Commissario Apostolico oppure a persona da quest’ultimo delegata, affinché si possa procedere con tempestività agli atti di alienazione esigiti per fronteggiare detta grave insolvenza dell’Istituto”: BBUUMM!

Il Dicastero romano riflette a lungo circa l’affidamento di tale delicato ruolo di Legale Rappresentante della Congregazione in una fase così delicata e gravida di grandi scelte e decisioni; il pericolo da evitare è di mettere le smarrite e mansuete pecorelle consorelle nelle fauci di un lupo (magari travestito da “pio” nonnino, per parafrasare Cappuccetto Rosso).
Il 7 gennaio 2020 è nominato il nuovo Rappresentante Legale al posto di Suor Marisa: il Rev.do. P. Vincenzo Benetollo O.P.

Tralasciamo per pudore di elencare i benefit e le ulteriori richieste e/o pretese del Benetollo a gravare sempre sulle finanze dell’Istituto Emiliani (ovviamente resta tutto documentato inoppugnabilmente) e segnaliamo solo che la cronaca e gli atti registrano un rapporto acceso ed intimidatorio tra il novello Rappresentante Legale e la Madre Superiora e le consorelle; a tal punto che in una circostanza le suore sono costrette a far intervenire d’urgenza i Carabinieri locali che provvedono a segnalare il Benetollo all’Autorità Giudiziaria; un processo sancirà la sua colpevolezza (immaginiamo per violenza privata) con conseguente condanna; è singolare però che la pena non sia stata sospesa; i penalisti ci dicono che queste circostanze, per quei reati, si verificano in presenza di precedenti penali passati in giudicato.
Dobbiamo desumere che tutto ciò è rimasto ignoto al Dicastero romano così come doveva ignorare i precedenti penali del Benetollo altrimenti non gli avrebbe affidato tale delicata mansione; a meno che …..

Comunque, con le buone o con le cattive il Benetollo riesce a realizzare la vendita della Casa romana di proprietà della Congregazione per …. poco più della metà del suo valore accertato: € 2.800.000,00. Inutile dire che le sorelle della Congregazione non hanno visto e non hanno fruito di un solo centesimo di quella somma, anzi si sono susseguite sino ad oggi le richieste di devolvere le loro pensioni ed ogni ulteriore entrata che costituiscono tuttora la loro unica fonte di sostentamento.

Ma non è finita.

Nel giugno 2020 perviene alla Madre Superiora quanto segue: …. “Ora penso sia arrivato il momento di parlarci molto chiaro: a) finché non si è approntato tutto, e dico tutto, il materiale documentario richiesto dal Rappresentante Legale in questi ultimi sciagurati mesi; 2) finché non si sarà fatta un’analisi dettagliata della congruità di tutto il materiale; c) finché non saranno emerse in modo totale tutte le pendenze debitorie, TUTTE LE ATTIVITÀ DELL’ISTITUTO EMILIANI NON RIPRENDERANNO PER NESSUNA RAGIONE… detto questo non risponderò più a nessuna mail di insulti e di polemiche … nel caso contrario Dio non voglia che sia costretto a chiedere alla Congregazione vaticana dei Religiosi l’avvio di un processo per grave insubordinazione …”. Nel contempo si intima di cessare ogni attività in essere nell’Istituto. Giova segnalare che in alcuni casi questo provvedimento ha configurato anche il reato di “interruzione di pubblico servizio”.

Dal giugno 2020 ad oggi la struttura è rimasta chiusa e bloccata, le consorelle sono state relegate in uno stato di abbandono, deprivate di quanto avrebbero avuto bisogno e diritto derivante sia pure da una minima parte di quanto ricavato dalla vendita (forzata) della loro proprietà a Roma.

Fino a qualche giorno fa nulla si era mosso, poi, magicamente, in coincidenza con la comunicazione dell’intento di riaprire l’Istituto Emiliani per consentirgli di svolgere quelle attività e funzioni da sempre costituenti la sua “presenza”, esercitate nel pieno rispetto del “carisma” della Congregazione delle suore del SS. Sacramento, prima è arrivata una diffida alla Congregazione stessa ad intraprendere dette attività e poi la “visita” del nuovo Legale Rappresentante, P. Antonio Cocolicchio O.P., coincidente con articoli di stampa locale tesi a cancellare tutto quanto accaduto e ad accreditare un nuovo corso, verificato il buon fine dell’Operazione Strangolamento attuata e perseguita negli anni.

Come “Comitato Istituto Emiliani” formalmente e legalmente costituito avevamo il compito di informare correttamente la Comunità e nel contempo supportare la Congregazione in ogni azione ritenesse opportuno intraprendere.
“Gli Istituti religiosi ed i loro beni sono parte della Chiesa e non appartengono alle singole religiose”.
Questa la frase forte, virgolettata per asseverarla, agitata come una clava, in contrasto con precise norme del Diritto Canonico sulla quale invitiamo tutti a riflettere e meditare. E poi ad agire secondo coscienza.

Comitato Istituto Emiliani di Fognano