Ecco cosa dice il dirigente delle Dogane al funzionario dell’Antifrode che stava indagando
Un funzionario della Direzione antifrode dell’Agenzia delle dogane, Miguel Martina, 61 anni, aveva scoperto una presunta truffa ai danni dello Stato e della salute dei cittadini. Secondo le verifiche alcuni imprenditori, nei mesi più drammatici della pandemia di Covid-19, stavano importando mascherine protettive senza alcuna certificazione o con certificazioni false. L’inchiesta però non è proseguita per l’intervento dei suoi superiori.
Su today, è stato pubblicaro l’audio dell’incontro in cui viene ordinato al funzionario di fermarsi per “necessità politiche”. Con lo stop alle indagini, gli imprenditori hanno potuto beneficiare delle stesse esenzioni di Iva e dazi, per centinaia di milioni, che il governo aveva stabilito per le mascherine regolarmente certificate. Il mancato controllo avrebbe inoltre immesso sul mercato e fatto arrivare agli ospedali dispositivi di protezione che in realtà non proteggevano medici, personale sanitario e cittadini.
La registrazione è stata depositata agli atti del procedimento penale che l’Agenzia delle dogane aveva contemporaneamente avviato contro il suo dipendente: accuse dichiarate infondate dalla Procura di Roma, che ha recentemente ottenuto dal Tribunale l’archiviazione dell’inchiesta su Miguel Martina.
Dirigente dell’Agenzia delle Dogane: “Sai che cosa può capitare? Che l’amministrazione sconfessi in un modo e nell’altro il funzionario, che rimane poi solo. È questo il punto”.
Funzionario dell’Antifrode: “È così”.
Dirigente: “Dobbiamo eseguire… eseguire gli ordini, eh. Mettiamola in questi termini. Diciamo che in questo momento la necessità politica impone che dobbiamo, come si dice, ‘ste mascherine, ‘sti Dpi devono arrivare”.
Funzionario: “Sì, però… quando io penso che invece ai medici vengono date le merde, e si ammalano e muoiono perché io ho acconsentito di andare a dare le merde, purtroppo non mi troverai d’accordo. Sarà pure che la politica vuol far vedere che sdogana due milioni di mascherine, ma se io so che che due milioni di mascherine sono di merda, se mi permetti, io faccio il mio dovere. Non è che s’è detto non devo controllare. E poi per che cosa? Perché ho controllato? Perché ho scoperto una cosa? O perché qualcuno ha avuto timore che in qualche maniera si ponessero pregiudizi”.
Dirigente: “Secondo me è questa. Non è tanto quello che hai scoperto. È che probabilmente c’è stato qualche pregiudizio che si è pensato che potevi arrecare…”.
Funzionario: “Pregiudizio alla figura?”.
Dirigente: “Può darsi. Diciamo che da questo punto di vista ci siamo sterilizzati. Però se uno è scocciato, vuol dire che qualcosa l’ha scocciato. Qualcun altro l’ha scocciato. Qualcun altro l’ha scocciato, qualcun altro più in alto di lui. Così in alto o più potente. Non so se più in alto, ma più potente sicuramente. E quindi in questo momento quella è una questione di Stato, è diventato un affare di Stato. Quindi gli affari di Stato ci stritolano tutti quanti”.