Esattamente 58 anni dopo che Malcolm X è stato assassinato in una sparatoria su un palco di Manhattan, le figlie del leader del movimento per i diritti civili fanno causa alla polizia di New York, Nypd, all’Fbi e alla Cia accusandole di aver complottato per tenere nascoste prove su quell’assassinio. L’avvocato Benjamin Crump ha spiegato che la famiglia intende presentare un ricorso per 100 milioni di risarcimento, dopo che due anni fa un giudice di New York ha scagionato due dei tre membri della Nation of Islam che erano stati condannati per l’omicidio nel 1965.
A seguito di questa sentenza, la città di New York ha pagato 26 milioni e lo stato di New York 10 a Muhammad Aziz e alla famiglia di Khalil Islam di risarcimento per le condanne ingiuste. “La domanda retorica è questa: se il governo ha compensato questi signori con decine di milioni di dollari, qual è il risarcimento per le figlie che hanno sofferto maggiormente per l’assassinio di Malcolm X?”, ha chiesto il legale spiegando che intende arrivare “alla verità di quello che è successo”.
“Vogliamo avere un dibattimento vigoroso, vogliamo far testimoniare le persone ancora vive, assicurare che una forma di giustizia venga assicurata”, ha aggiunto parlando con accanto Qubilah Shabazz e Ilyasah Shabazz, due delle sei figlie di Malcolm X, nel The Malcolm X and Dr. Betty Shabazz Memorial and Education Center, il centro istituto nel teatro dove Malcolm X fu assassinato il 21 febbraio di 58 anni fa.
L’avvocato ha ricordato che da tempo si discute del coinvolgimento di polizia e agenzie federali nella morte dell’attivista afroamericano: “Il governo aveva prove che hanno nascosto alla famiglia di Malcolm X e agli uomini ingiustamente condannati”, ha concluso ripetendo le accuse riguardo a un complotto governativo per assassinare Malcolm X che fu ucciso con 21 colpi sparati davanti agli occhi della moglie e dei figli. ADNKRONOS