Strage Bataclan, la Corte Suprema deciderà sulla complicità di Google
Torna d’attualità la strage del Bataclan da parte dell’Isis a Parigi del 13 novembre 2015, costata la vita a 130 persone e che ha provocato il ferimento di altre 350. Tra le vittime c’era anche una studentessa americana Nohemi Gonzalez, 23 anni, si era data appuntamento con alcuni amici americani e francesi ai tavolini del Carillon, il bar all’incrocio tra le vie Bichat e Alibert nell’est parigino.
Nelle settimane e nei mesi successivi – si legge sul Corriere della Sera – il mondo ha cercato di capire la natura dello Stato islamico, come l’organizzazione reclutasse i suoi soldati, come ragazzi nati e cresciuti in Belgio o in Francia potessero scegliere di arruolarsi per massacrare innocenti. Tra gli ambiti di indagini c’erano ovviamente Internet e i social media, e l’uso abile che ne hanno fatto prima Al Qaeda e poi l’Isis.
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Una ong israeliana, Shurat HaDin, che lotta contro il terrorismo ricorrendo a cause legali, – prosegue il Corriere – ha proposto ai genitori di Nohemi Gonzalez di fare causa a Google, casa madre di YouTube: lasciando che lo Stato islamico diffondesse i suoi video di propaganda sul sito, e che poi l’algoritmo di YouTube li portasse in evidenza, Google si sarebbe resa responsabile di complicità involontaria con i terroristi. La causa, in corso da anni, arriva oggi alla Corte Suprema americana, che dovrà pronunciarsi.
La petizione alla Corte Suprema si fonda su un aspetto fondamentale: gli algoritmi automatici suggeriscono certi video sulla base delle preferenze dell’utente e di ciò che ha visto in precedenza. Nel momento in cui YouTube favorisce, sia pure inconsapevolmente, certe immagini invece di altre, è difficile sostenere che la piattaforma non svolga una funzione editoriale. www.affaritaliani.it