Renzi, silenzio tombale dopo le regionali

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Un silenzio tombale, quello di Matteo Renzi. Uno che di solito parla. E parecchio. Eppure, questa volta tace. E sicuramente non è un caso. Già, dopo le elezioni regionali e la disfatta del Terzo Polo, che in Lombardia con Letizia Moratti non è arrivato nemmeno al 10%, il leader di Italia Viva ed ex premier, almeno fino alle 16 di oggi, martedì 15 febbraio, non ha proferito parola.

E insomma, la scelta di non parlare serve, appunto, a far parlare di lui. A far parlare il suo eloquente silenzio: come se volesse marcare la distanza da Carlo Calenda e Azione all’indomani della disfatta al voto. Già, Calenda, ne siamo certi, avrebbe gradito almeno una singola parola da parte dell’alleato.

Ma niente. Silenzio di tomba.

E rumors riferiscono che Renzi non abbia gradito affatto le sparate di Calenda contro gli elettori che “non sempre scelgono bene”, una sorta di sfregio all’intelligenza degli italiani. Così come non avrebbe gradito il rivendicare la bontà dei candidati e il fatto che Calenda abbia puntato il dito contro il “clima da Palio di Siena” in campagna elettorale, anche se la campagna elettorale è stata delle più tranquille e low-profile che si ricordino da tempo a questa parte.

Ed in questo contesto, ecco che si fa sentire Dagospia, secondo cui “come Dago-anticipato, il futuro di Calenda è lontano da Renzi”. Dunque, il sito di Roberto D’Agostino fa a sua volta notare il silenzio dell’ex rottamatore, per poi sostenere che Calenda guarderebbe già oltre l’alleanza con Italia Viva, puntando al partito unico del centro. E questo retroscena, fornirebbe un’altra solida spiegazione al silenzio di Matteo Renzi. (liberoquotidiano)