Il suicidio di massa degli anziani per risolvere i problemi economici legati all’invecchiamento della popolazione. La soluzione-provocazione proposta per il Giappone da un professore di economia di Yale, Yusuke Narita, sta sollevando polemiche in tutto il mondo. Unite alle sue previsioni sull’eutanasia, che potrebbe essere resa “obbligatoria” in futuro. Ma cosa c’è dietro queste affermazioni? Le teorie di Narita sono salite alla ribalta internazionale in seguito a un lungo articolo del New York Times di domenica.
Ma la popolarità del professore tra gli addetti ai lavori era già cresciuta da qualche tempo. Narita ama ragionare per provocazioni. E così, durante un’intervista del 2021, alla domanda su come far fronte al sempre più marcato invecchiamento della popolazione giapponese (dinamica simile a quella che vediamo in Italia), l’economista si era lasciato andare: “Sento che l’unica soluzione è abbastanza chiara”, ossia “il suicidio di massa” attraverso il “seppuku”, l’atto di sventramento rituale in voga tra i samurai disonorati nel XIX secolo. “Che sia una buona cosa o no, questa è una domanda più difficile a cui rispondere”, aveva detto qualche tempo dopo a uno studente che gli chiedeva lumi su questa teoria.
Narita è stato citato anche per le sue parole sull’eutanasia: “La possibilità di renderla obbligatoria in futuro – ha detto in un’intervista – verrà discussa prima o poi”. Il professore ha citato anche il caso di sua madre, che ha avuto un aneurisma quando aveva 19 anni, raccontando che per curarla ha speso 100mila yen al mese, circa 700 euro. Il tema dell’eutanasia è molto dibattuto in Giappone, e alcuni sondaggi hanno indicato che la maggioranza della popolazione sostiene la legalizzazione dell’eutanasia volontaria. Ma quella obbligatoria è roba da film dispotico: “Non sto sostenendo la sua introduzione – si è difeso Narita – Prevedo solo che se ne parlerà in modo più ampio in futuro“.
Lo stesso vale per il suicidio di massa degli anziani: “Avrei dovuto essere più attento”, ha detto di recente in riferimento alla proposta del “seppuku”. “Dopo un po’ di auto-riflessione, ho smesso di usare” questo tipo di parole, ha aggiunto. Resta comunque il fatto che le sue provocazioni abbiano in qualche modo riaperto il dibattito sui problemi del Giappone e più in generale di buona parte della società occidentale. Narita, racconta il New York Times, ha “centinaia di migliaia di follower sui social media”, che sono per lo più giovani giapponesi “frustrati che credono che il loro progresso economico sia stato frenato da una società gerontocratica”.
Narita non è l’unica “voce” di questo mondo che guardano alla dicotomia anziani-giovani. E tra i politici la riforma delle pensioni e i cambiamenti al welfare sociale sono diventati soggetti di dibattito sempre più centrali. “Vi sono critiche sul fatto che gli anziani ricevano troppi soldi per la pensione e i giovani stiano sostenendo tutti gli anziani, anche quelli che sono ricchi”, ha detto Shun Otokita, 39 anni, deputato di destra del parlamento giapponese.
Altri, fanno notare come Narita sia abile nell’evidenziare gli oneri di una popolazione che invecchia, senza però suggerire politiche realistiche che potrebbero alleviare il problema. “Non si sta concentrando su strategie utili come un migliore accesso all’asilo nido o una più ampia inclusione delle donne o degli immigrati nella forza lavoro”, ha affermato Alexis Dudden , storico dell’Università del Connecticut che studia il Giappone moderno. “Cose che potrebbero davvero rinvigorire la società giapponese”, ha aggiunto. Senza far ricorso a suicidi di massa o eutanasia obbligatoria.
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