Annullare il 41 bis ad Alfredo Cospito. E’ la richiesta che la procura generale della Cassazione ha presentato in vista dell’udienza del 24 febbraio, secondo quanto riportato da La Stampa e La Repubblica. Il 24 febbraio la Cassazione deve pronunciarsi sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico, in sciopero della fame da 4 mesi e trasferito sabato in ospedale per l’aggravamento delle sue condizioni (pesa 71 kg), contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.
Pg Cassazione: 41 bis superato dagli eventi
Secondo il quotidiano piemontese la procura generale riterrebbe il 41 bis a Cospito superato dagli eventi e la richiesta di revoca sarebbe contenuta nel testo della requisitoria depositato martedì. Nessuno ne ha ancora potuto prendere visione, neppure la difesa dell’imputato.
Conclusioni opposte rispetto alla procura di Torino
La procura generale della Cassazione, dunque, sarebbe giunta a conclusioni opposte a quelle del procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, irremovibile nel richiedere il 41 bis per Cospito, e più affini a quanto sostenuto dalla Superprocura antiterrorismo che aveva lasciato aperta la possibilità di un “décalage” nelle misure carcerarie per l’anarchico: sarebbe più che sufficiente un trattamento di massima sicurezza, con censura delle comunicazioni.
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Il parere di Nordio
C’è però un altro aspetto da tenere in considerazione in vista del 24 febbraio. Il ministro Nordio, nel suo rigetto, aveva segnalato che non “occorre attendere che le condizioni di salute del soggetto ristretto siano irreversibilmente compromesse, sino a giungere per ipotesi a una situazione di oggettiva incompatibilità con la stessa permanenza in carcere”. In pratica, il Guardasigilli rimarcava che il giudice di Soveglianza, di fronte a un precipitare delle condizioni di salute del detenuto, dato che a quel punto la restrizione in carcere “si rivelerebbe oggettivamente contraria al senso di umanità”, potrebbe di sua iniziativa decidere per un “rinvio della esecuzione della pena”. Il che significa aprirgli il portone del carcere e mandarlo in una clinica e poi a casa ai domiciliari. tgcom24.mediaset.it