Perchè non inorridire per quanto trasmesso a Sanremo

sanremo ariston

di Pietro Mazzuca – In una società che vive per il consumo, tutto è merce, incluso l’essere umano, che costruisce relazioni usa e getta. Le uniche soluzioni sono l’apparire ad ogni costo, come unico valore, e il consumismo mirato all’utilizzo temporaneo di oggetti di desiderio in cui appagarsi, che risultano in breve obsoleti e pertanto rapidamente sostituibili, con un atteggiamento di tipo bulimico.

In questa società prevale l’omogeneizzarsi, ossia un assorbimento passivo degli usi e consuetudini a modelli culturali e di condotta prevalenti in un dato contesto sociale, senza alcuno spirito critico o alcuna capacità riflessiva, con conseguente spersonalizzazione e alienazione. La morale è sempre meno vincolante e il limite tra ciò che bene e ciò che è male è sempre meno definito.

Nel momento in cui l’etica individuale viene abbandonata per lasciare il posto al comportamento dettato dalla massa, la società cessa di esistere come insieme di singoli individui, che anziché interagire nella loro vera identità lo fanno nel loro ruolo.
Il piano per ottenere questo risultato passa attraverso diversi punti tra cui abituare le masse a vivere di futilità e a soddisfare solo il loro piacere; in una società depravata gli uomini perdono la fede in Dio. Eliminare il Dio cristiano e creare un movimento interreligioso che ponga tutte le religioni sullo stesso piano del cristianesimo, compreso il satanismo.
Fatte queste premesse, ecco che non ci dobbiamo stupire o inorridire per quanto è trasmesso nel Festival di Sanremo.