La mutilazione genitale femminile è una pratica che comporta l’alterazione o il ferimento dei genitali femminili esterni per ragioni non mediche. Si tratta di una forma di violenza di genere che ha effetti negativi sui processi di sviluppo compromettendo le capacità delle donne di autodeterminarsi.
Riconosciuta a livello internazionale come violazione dei diritti umani, si stima che circa 200 milioni di ragazze e donne in tutto il mondo abbiano subito qualche forma di mutilazione genitale femminile. Sebbene la pratica sia in declino nella maggior parte dei paesi in cui è prevalente, la maggior parte di questi sta registrando anche un alto tasso di crescita della popolazione, il che significa che il numero di ragazze che subiscono mutilazioni genitali femminili continuerà a crescere se la pratica continua ai livelli attuali.
I numeri in Italia e nel mondo e le previsioni future
In Italia le donne tra i 15 e i 49 anni sottoposte a mutilazioni genitali femminili sono circa 87.600. L’Unfpa, Fondo delle Nazioni unite per la popolazione, stima che 68 milioni di ragazze siano a rischio di mutilazione tra il 2015 e il 2030. Uno studio più recente stima che altri due milioni di ragazze siano a rischio di questa pratica dannosa a causa del Covid19. Le mutilazioni genitali femminili hanno conseguenze gravissime sulla salute fisica e psichica delle bambine e delle ragazze che le subiscono.
Il fenomeno migratorio ha reso le mutilazioni genitali femminili un problema di interesse globale: più di 600.000 donne e ragazze vivono in Europa.
Giornata mondiale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili
La giornata ricorre il 6 febbraio ed è stata istituita dalle Nazioni Unite per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa pratica lesiva dei diritti umani, che coinvolge milioni di bambine, ragazze e donne, in tutto il mondo.
“Sebbene sia concentrato soprattutto in 30 paesi in Africa e Medio Oriente – sottolineano alle Nazioni Unite -, il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili è un problema universale, diffuso anche in alcuni paesi in Asia e America Latina. Le mutilazioni genitali femminili continuano a essere presenti fra le popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda. Le attuali crisi umanitarie come epidemie, cambiamenti climatici e conflitti armati potrebbero causare un rallentamento verso il raggiungimento della parità di genere e l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili entro il 2030”.
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