Una busta contenente un proiettile è stata inviata al direttore del quotidiano livornese Il Tirreno. Ne ha dato notizia la stessa testata. La busta conteneva anche un foglio a quadretti con scritto “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere”. Il messaggio è inoltre firmato con una “A” maiuscola. Il proiettile, la busta e la lettera sono stati sequestrati dalla polizia che ha aperto una inchiesta per ricostruirne la provenienza.
Intanto quarantuno persone, ricondotte dagli investigatori all’area anarchica, sono state denunciate per la manifestazione che si è svolta ieri sera a piazza Trilussa a Roma, nel corso della quale i dimostranti hanno tentato ripetutamente di forzare i cordoni delle forze di polizia (un agente è rimasto ferito) per poi successivamente danneggiare i tavolini di un bar, motorini e arredo urbano.
Cortei e proteste hanno avuto luogo nella giornata di sabato in varie città italiane, tra cui Trieste e Torino. Oggi è invece previsto un presidio al carcere di Sassari, dove Cospito è in sciopero della fame da ormai 102 giorni contro il regime carcerario detto del “41 bis”, dal numero dell’articolo della legge Gozzini che lo ha istituito, e che prevede isolamento totale, sorveglianza costante, forti limiti alle comunicazioni e ai colloqui. Sta scontando condanne per la gambizzazione nel 2012 del dirigente di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e per l’attentato del 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano. Ha perso 40 chili e nei giorni scorsi e caduto nella doccia fratturandosi il naso.
II Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, ha chiesto il trasferimento urgente di Cospito, per le gravi condizioni di salute. Domani il ministro della Giustizia Carlo Nordio risponderà in commissione Giustizia della Camera ad un’interrogazione sul caso. Il 7 marzo è attesa la discussione in Cassazione sul ricorso del legale per la revoca del regime di carcere duro.
Ancora a Torino è stato danneggiato un ripetitore della telefonia cellulare, mentre a Spoleto un tentativo di incendio del cancello della villa di un imprenditore è stato rivendicato in solidarietà con il detenuto. All’estero sono state prese di mira le sedi diplomatiche: a Berlino incendiata l’auto di un funzionario, a Barcellona sfondata la vetrata del palazzo in cui ha sede il Consolato Generale d’Italia e imbrattata una parete dell’ingresso dell’edificio. “Libertat Cospido”, “Amnistia totale” e “Stato italiano omicida”, sono le scritte ritrovate su un muro.
Un post diffuso in rete dal titolo ‘Hic et nunc’ appare come un invito ad alzare il livello dello scontro: “Per un compagno che stanno torturando e uccidendo nei loro lager – si legge – non abbiamo fatto nulla. Serviranno a poco e niente qualche giorno di scontri con gli sbirri. Serve il Qui e ora! Qui e ora si deve aprire un nuovo capitolo della storia degli anarchici in Italia. O si fa l’anarchia o si va tutti a casa!”. www.rainews.it