“L’arresto di Matteo Messina Denaro è “certamente un successo per l’Italia e un grande lavoro dei carabinieri. Più difficile pensare che il merito sia del governo Meloni, il meno antimafioso della nostra storia“, tuona Roberto Saviano in una intervista a La Stampa. Più che un giudizio sembra un pregiudizio quello dell’autore di Gomorra, ma lui insiste: “È solo una constatazione. La mafia ama fare affari con chi sta al potere, indipendentemente dai colori. Lo ha fatto con la destra e con la sinistra. Ma la predilezione per la destra è testimoniata da una infinità di atti e documenti”.
E se Matteo Salvini, attacca Saviano, “non ha alcuna competenza in questo campo. Di criminalità organizzata non sa nulla”, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – che una settimana fa aveva detto che gli sarebbe piaciuto essere ricordato come il ministro dell’Interno della cattura di Messina Denaro – ha “rischiato di far saltare” il blitz: “Le voci su un possibile arresto giravano da molto tempo e quello di Piantedosi sembrava lo spot di uno che sapeva. Uno spot pericoloso, perché rischiava di far saltare l’operazione. Ma evidentemente il ministro era certo di fare cassa mediatica con un arresto di cui non ha alcun merito. I carabinieri hanno lavorato su Messina Denaro per anni”.
Quindi Saviano ricomincia a gettare fango sul centrodestra, in particolare su Forza Italia: “Difficile dimenticare che il referente di Matteo Messina Denaro è stato Tonino D’Alì, ex senatore di Forza Italia e sottosegretario all’Interno, a cui i giudici hanno contestato la vicinanza a Cosa Nostra. E in particolare a Riina e ai Messina Denaro padre e figlio. Questo è il livello di stratificazione delle relazioni”. E ancora: “Quando si parla di Sicilia bisogna sempre fare attenzione. Ci sono stati dei cambiamenti profondi. Ma noto anche che Dell’Utri e Cuffaro continuano ad avere consenso e uomini sul territorio”. Dunque, conclude lo scrittore, “fatico a convincermi che ci sia stata una rottura definitiva tra potere politico e mafia in Sicilia. I rapporti del passato tra Forza Italia e Cosa Nostra sono ampiamente documentati. Storicamente e giudiziariamente”.
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