Tajani: lavoriamo per la consegna dello scudo anti-aereo a Kiev

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Antonio Tajani conferma che “non ci sono freni sulla consegna dello scudo anti-aereo in Ucraina”. “Abbiamo votato il rinnovo dell’autorizzazione a inviare armi a Kiev in un contesto europeo e della Nato, previa informazione del Parlamento. Il progetto dello scudo è italo-francese, stiamo lavorando intensamente con i francesi, ci sono dei problemi tecnici da risolvere, per gli aspetti militari non burocratici, il ministro della Difesa Crosetto sta lavorando, stiamo procedendo e non c’e’ nessuna frenata”, ha precisato il ministro degli Esteri.

Tra i militari italiani serpeggia però qualche dubbio sulla possibilità di inviare a Kiev lo scudo anti missile come richiesto dagli Usa al governo Meloni, secondo quanto scrive Repubblica: “Il numero di armamenti hi-tech è molto limitato e i tempi per rimpiazzare quelli mandati a Kiev sono lunghissimi. Mentre la nuova Guerra Fredda e l’esigenza di prepararsi allo spettro di un conflitto totale obbliga i comandi a potenziare gli arsenali“.

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Repubblica fa proprio il caso del Samp-T: “l’Italia ha soltanto cinque batterie, ciascuna in grado di creare sopra una metropoli uno schermo contro aerei, droni e cruise. Sono l’unica contraerea per difendere l’intera Penisola, perché tutti gli altri cannoni e missili terra-aria sono finiti in pensione senza essere sostituiti: trent’anni di pace globale sembravano averli resi inutili. Oltre ai Samp-T, erano rimasti solamente 112 missili Stinger a cortissimo raggio, ma una parte è stata regalata agli ucraini nella scorsa primavera. Dopo l’invasione russa, si è corsi ai ripari e lo scorso 22 novembre è stato firmato il contratto per acquistare nuovi apparati, che però entreranno in servizio tra anni”.

Repubblica riporta anche le parole allarmate di Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica ed ex consigliere militare di tre premier: “L’allarme per questa carenza nella contraerea è stato presentato pure in sede parlamentare ma è sempre caduto nel vuoto”. Oggi mandare a Kiev una batteria Samp-T significherebbe quindi rinunciare a un quinto delle nostre protezioni. E non potrà essere ripristinato prima del 2030, con un costo vicino ai 700 milioni di euro”.