Allarme dei militari italiani: “Scudo a Kiev? Noi restiamo indifesi”

missili Samp-T

La Casa Bianca chiede al governo Meloni di mandare lo scudo antimissile all’Ucraina. “Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha parlato con Francesco Talò, consigliere diplomatico del primo ministro italiano” Giorgia Meloni, ha annunciato la Casa Bianca con una nota nel giorno dell’Epifania.

gli Stati Uniti premono su Roma affinché fornisca al più presto lo scudo anti missile all’Ucraina, necessario per difendere Kiev. Quindi innanzitutto – confermano fonti militari a Repubblica – il sistema Samp-T. Una promessa avanzata informalmente a livello politico, nelle scorse settimane. Ma non ancora concretizzata dall’esecutivo, che a oggi non ha licenziato il sesto decreto per l’invio di materiale bellico agli ucraini”.

Ma nel frattempo tra i militari italiani serpeggia qualche dubbio sulla possibilità di inviare a Kiev lo scudo anti missile come richiesto dagli Usa al governo Meloni, secondo quanto scrive Repubblica: “Il numero di armamenti hi-tech è molto limitato e i tempi per rimpiazzare quelli mandati a Kiev sono lunghissimi. Mentre la nuova Guerra Fredda e l’esigenza di prepararsi allo spettro di un conflitto totale obbliga i comandi a potenziare gli arsenali“.

Repubblica fa proprio il caso del Samp-T: “l’Italia ha soltanto cinque batterie, ciascuna in grado di creare sopra una metropoli uno schermo contro aerei, droni e cruise. Sono l’unica contraerea per difendere l’intera Penisola, perché tutti gli altri cannoni e missili terra-aria sono finiti in pensione senza essere sostituiti: trent’anni di pace globale sembravano averli resi inutili. Oltre ai Samp-T, erano rimasti solamente 112 missili Stinger a cortissimo raggio, ma una parte è stata regalata agli ucraini nella scorsa primavera. Dopo l’invasione russa, si è corsi ai ripari e lo scorso 22 novembre è stato firmato il contratto per acquistare nuovi apparati, che però entreranno in servizio tra anni”.

Repubblica riporta anche le parole allarmate di Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica ed ex consigliere militare di tre premier: “L’allarme per questa carenza nella contraerea è stato presentato pure in sede parlamentare ma è sempre caduto nel vuoto”. Oggi mandare a Kiev una batteria Samp-T significherebbe quindi rinunciare a un quinto delle nostre protezioni. E non potrà essere ripristinato prima del 2030, con un costo vicino ai 700 milioni di euro”. (affaritaliani.it)