BRUXELLES – “Non spetta all’Ue guardare nello specifico il contenuto di questo decreto. Indipendentemente da cosa l’Italia stia facendo tramite un decreto, i Paesi membri devono rispettare la legge internazionale e la legge del mare“. Lo ha sottolineato la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, rispondendo nel corso del briefing quotidiano ad una domanda sulla protesta delle Ong nei riguardi del decreto approvato dal governo italiano. “Salvare vite in mare è un obbligo morale e legale”, ha aggiunto.
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Sulla possibilità, prevista dal decreto, che un primo screening dei richiedenti asilo vada a fatto a bordo delle navi impegnate nel salvataggio in mare la portavoce della Commissione ha spiegato che “i cittadini di Paesi terzi presenti nel territorio degli Stati membri, compreso il territorio marino, possono richiedere asilo. Detto questo, non sta a noi guardare questo decreto o no, noi siamo sempre in contatto con le autorità italiane”. Nel mese di gennaio, ha aggiunto Hipper, è prevista una riunione del gruppo di contatto Sar sulle attività di Search & Rescue nel Mediterraneo. ANSA EUROPA
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Nessuna ricerca in mare, nessun “salvataggio”, tutto programmato