“Dalla Cina non abbiamo dati ufficiali sull’andamento della pandemia nel Paese. Possiamo però stimare un numero di casi enorme, con migliaia di morti al giorno”, anche in base a quanto riesce ad arrivare a noi in “un’epoca in cui la comunicazione social comunque si diffonde. Parliamo di un’ondata pandemica di enormi proporzioni”. Così all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, commentando quanto lamentato dall’Organizzazione mondiale della Sanità secondo la quale i dati ufficiali provenienti dal Paese asiatico non danno conto della diffusione reale del virus.
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Per Ricciardi sono necessarie regole ‘planetarie’ a cui tutti i Paesi debbano attenersi. “I problemi persisteranno fino a quando non ci sarà un trattato pandemico globale, strumento su cui si sta discutendo ma con grandi difficoltà, proprio perché i grandi Paesi – Cina, Stati Uniti, Russia, Brasile – non vogliono avere costrizioni. Ma senza un trattato del genere, giuridicamente, valido su tutto il pianeta, che imponga l’aderenza tempestiva ed efficace ai migliori protocolli scientifici, è chiaro che avremo sempre problemi di verifica. Purtroppo, come nel caso del cambiamento climatico, questi trattati sono difficili da costruire e difficilissimi da approvare e far rispettare. Quindi l’umanità marcia in ordine sparso, pagando caramente il prezzo, sia per quanto riguarda il cambiamento climatico sia per quanto riguarda la pandemia”.
Ci sono però anche ‘buone pratiche’ rispetto alle modalità con cui un grande Paese può gestire l’epidemia. “L’India, oggi, sta dando un grande esempio al mondo. Ha attivato una strategia basata su molte misure, con vaccinazioni, controlli, azioni di sanità pubblica, che sta funzionando molto bene. E’ l’esempio della differenza con la Cina. L’India, dopo gli errori fatti con la variante Delta, ha imparato la lezione e non ha più sottovalutato la pandemia come fece in quell’occasione, coinvolgendo poi tutto il mondo”, conclude.