di Fabio Carosi – www.affaritaliani.it – Accoglienza per chi chiede asilo politico o ottiene lo status di rifugiato, il Comune di Roma prepara il Grand Hotel destinato: se arriva una coppia LGBT+ non solo avrà l’alloggio, ma si tratterà di un appartamento in Centro, con l’ascensore se non è al piano terreno, e tra gli optional dovrà avere anche il wi-fi.
E’ quanto contenuto bando di gara del Comune di Roma, lanciato lo scorso 13 dicembre e in scadenza il 20 gennaio, tempo entro il quale dovranno pervenire le offerte telematiche per la realizzazione di un progetto in favore di adulti singoli e famiglie, titolari del sistema nazionale di accoglienza Sai, in centri residenziali e di accoglienza diffusa.
I requisiti del lotto 4 destinati alle coppie LGBT+
Nel bando che lascia a bocca aperta, firmato dall’assessore alle Politiche Sociali, Barbara Funari, nel lotto 4, si specifica chiaramente che tutti “gli appartamenti destinati alla realizzazione progetti di accoglienza diffusa per persone migranti LGBT+ titolari di accoglienza SAI, devono rispettare i seguenti requisiti:
– essere ubicati in zone centrali, in quartieri che favoriscano l’inserimento delle persone accolte nel contesto locale, facilitando la costruzione di rapporti relazionali necessari per il raggiungimento di un’adeguata integrazione sociale;
– prevedere l’assenza di barriere architettoniche e/o essere provvisti di ascensore, laddove gli stessi non siano edificati al pian terreno o non si sviluppino all’interno di unità immobiliari terratetto;
– garantire al loro interno la copertura di una rete wifi per consentire alle persone accolte la possibilità di poter accedere gratuitamente ai collegamenti on-line, in modo da consentire la fruizione di servizi educativo-formativi e lavorativi previsti dal progetto”.
Stessi diritti per donne vittime di violenza o schiavismo e coppie LGBT+
L’intuizione del Comune di Roma, alle prese con problemi abitativi seri, nasce dal rapporto dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, firmato da Filippo Grandi, che afferma come “il livello di accettazione delle persone LGBT+ sia molto basso nei centri d’accoglienza: l’esperienza di convivenza di persone LGBT+ in contesti di accoglienza collettiva rischia di ostacolare l’emersione o l’espressione di un’identità di genere o di un orientamento sessuale dissimile dal resto dei conviventi”. Così, per evitare difficoltà di integrazione in accoglienza collettiva, Roma apre il Grand Hotel LGBT+ con appartamenti in coppia e servizi a 5 stelle.
Dunque, il bando del Comune di Roma è un esempio di come un Paese ricco debba dare accoglienza a chi chiede rifugio dalla guerra, ma ciò che lascia stupiti è l’assimilazione delle coppie LGBT+ alle donne vittime di violenza accompagnate da minori. Sempre nel bando, il lotto 3 prevede che gli stessi requisiti degli appartamenti per coppie gay, debbano essere rispettati per le donne vittime di violenza o oggetti di schiavismo. Un’assimilazione abbastanza complessa.
L’impiegata del Comune più potente di un assessore
Casa in Centro e wifi, come da determina comunale del 24 novembre, utilizza parte dei fondi statali per 23 milioni e 780 mila euro l’anno e prevede 1320 posti da utilizzare nel triennio 2023-2025. Per le coppie LGBTQ+ dalla gara verranno fuori 10 appartamenti extralusso. E chi vincerà la gara? Lo annuncia il Comune per bocca della coordinatrice dell’Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale, Marilena Grassadonia, ormai assessore ombra plenipotenziaria delle Pari Opportunità: “Sono certa che tra le realtà del terzo settore, anche quelle che da sempre si occupano di diritti lgbt+, continueranno a fornire il loro prezioso contributo partecipando al bando. Rendere Roma una Capitale sempre più accogliente e giusta è frutto di un impegno collettivo e questo bando va verso questa direzione”.