di Francesco Storace – www.liberoquotidiano.it – Tre notizie in una, la prima bella, la seconda vergognosa, la terza allucinante. La notizia bella è che Andrea Costantino, dopo quasi due anni di carcere negli Emirati Arabi senza sapere perché, è finalmente tornato a casa per trascorrere il Natale con i suoi. È accaduto alla vigilia della Festa, quando tutti – familiari e amici – immaginavano che sarebbe proseguita quella specie di clausura, seguita a sedici mesi di prigione, nella residenza dell’ambasciata italiani ad Abu Dhabi. Appelli a tutti, silenzio ovunque. Sembrava non dover finire mai, quando è arrivata la sorpresa di Natale, con l’aereo che ha riportato Costantino in Italia – non certo un Falcon di Stato – atterrato a Milano alle 6,55 del 24 dicembre. Ad abbracciarlo, la sua compagna Stefania e la loro figlia Agata, 5 anni.
TUTTI (O QUASI) ZITTI
Increduli tutti, a partire da lui. Che si è materializzato fisicamente a Radio Libertà – l’emittente vicina a Matteo Salvini che ne ha seguito le traversie per lungo tempo – e ha raccontato la sua liberazione e il rientro in Patria. Non sono bastati quasi due annidi galera per trasformare la sua vicenda in una questione a cui dedicare ampi spazi mediatici: a parte Tg2 Post non si ha notizia di trasmissioni che ne abbiano parlato, salvo qualche scampolo di secondo nei telegiornali, quando capitava. Al punto che ci si chiedeva, ma chi è questo Andrea Costantino? Semplice, un italiano, un imprenditore, che negli Emirati lavorava da tanti anni con gas e petrolio. A un certo punto lo hanno messo in mezzo come finanziatore dei terroristi yemeniti senza produrre uno straccio di prova. C’era Luigi Di Maio ministro degli Esteri, che si era messo a litigare con gli Emirati, ma non per Costantino. Che invece è diventato lo strumento per condizionare l’Italia.
Ebbene, su tutta questa storia quel che colpisce è che da sinistra – ed è la notizia vergognosa – non hanno speso neanche una parola (né durante la detenzione né dopo la liberazione) con l’ulteriore paradosso che lui deve pure pagare. Primo italiano che per tornare in Patria ha dovuto pagarsi il riscatto, anticipato dallo Stato: entro due anni dovrà saldare, altrimenti subentra l’Agenzia delle entrate. Sembra una farsa, è una tragedia. Eppure è un italiano rimasto imprigionato per quasi due anni. Ha convissuto in cella con i topi. Ha parlato con un avvocato locale dopo un anno di galera.
Tutto questo non ha smosso la sinistra che si agita per altri, tipo Patrick Zaki. Costantino è un imprenditore, la sua colpa è quella di non appartenere alle Ong ma di stare in Arabia a lavorare? Se al governo non ci fosse stato il centrodestra, sarebbe potuto tornare dalla sua famiglia, in Italia? Domanda d’obbligo, come fa notare anche il viceministro degli esteri Edmondo Cirielli. Sedici mesi di detenzione dura, altri sei nella residenza dell’ambasciata italiana, chi ha impedito a Letta e soci di pronunciare una sola parola per lui? Ma ce l’hanno un’anima al Nazareno? E ora – e qui sta la parte allucinante di una storia incredibile – Costantino dovrà pagare pure il riscatto: 270mila euro anticipati dallo Stato italiano che lui restituirà a rate. In pratica è tornato in Italia, ma solo dopo che lo Stato italiano ha versato 270mila euro agli Emirati Arabi: si tratta della pena pecuniaria alla quale era stato condannato e poi decurtata, perché inizialmente avrebbe dovuto pagare 550mila euro. E a pensarci bene non liberi un “terrorista” con un riscatto scontato…
RISCATTO E FISCO
Costantino si è dovuto impegnare a restituire la somma allo Stato. Lui parla di soluzione tecnica, resa possibile grazie a Luigi Vignali, direttore generale alla Farnesina, persona speciale che ha trovato questo escamotage. Ma dove troverà 12mila euro al mese da versare per non incorrere nelle attenzioni dell’Agenzia delle entrate? Una curiosità: in molti si sono chiesti che cosa accadde a novembre perla liberazione di Alessia Piperno, la blogger italiana imprigionata in Iran per quarantacinque giorni, se per il suo rilascio sia stata versata una cauzione alle autorità iraniane. Come mai in un caso è “gratis” e nell’altro è il detenuto ingiustamente che deve pagare? La generosità di Teheran, dove impiccano i giovani che contestano il regime, ci era del tutto sconosciuta. Invece, gli Emirati vogliono soldi e l’Iran no… © R