Reddito di cittadinanza “tagliato” per chi vive in affitto

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La maggioranza di governo è pensantemente intervenuta sul reddito di cittadinanza nel corso del passaggio parlamentare della manovra 2023. In Commissione bilancio della Camera dei deputati sono infatti state approvate norme che inaspriscono la stretta già varata dal governo nella presentazione del testo in cui si prevedeva il taglio del sussidio da 18 a 7/8 mesi. Dal primo gennaio 2023 infatti il reddito di cittadinanza verrà sospeso per i giovani under30 che non hanno completato il ciclo della scuola dell’obbligo e che non stiano frequentando un corso di formazione. Inoltre l’erogazione del beneficio verrà sospeso agli occupabili nel momento del primo rifiuto di una offerta di lavoro anche giudicata “non congrua”. Ma non è finita: la maggioranza di centrodestra ha previsto un’ulteriore stretta anti furbetti.

Un ulteriore emendamento presentato dalla maggioranza e approvato in commissione Bilancio prevede che la quota del Reddito di cittadinanza prevista per l’alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell’immobile. Secondo la proposta, il beneficiario del sussidio deve comunicare all’ente erogatore del Reddito di cittadinanza, ossia l’Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro, sentito il garante per la Privacy.

Ma di quanto verrà quindi decurato il bonifico che ogni mese arriva sulle tessere ricaribabili dell’Rdc? Occorre ricordare che il reddito di cittadinanza è composto da due parti: una integra il reddito familiare (quota A) e l’altra è destinata a chi paga l’affitto (quota B). La quota B che dovrebbe essere destinata a pagare l’affitto della casa in cui risiede il beneficiario del reddito di cittadinanza (il contratto di affitto può essere intestato a una persona diversa dal beneficiario ma deve essere un membro del nucleo familiare, ndr) è pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione fino ad un massimo di 3.360 euro annui, ovvero una somma massima di 280 euro al mese. Per ottenere questo contributo, i richiedenti devono indicare i dati del contratto di affitto registrato sul modello Isee.

Con la nuova stretta prettamente in chiave “anti furbetti” in pratica i beneficiari si vedranno il reddito di cittadinanza disponibile decurtato della somma destinato al canone di locazione, in media 280 euro. La somma verrà infatti bonificata direttamente dall’Inps al proprietario dell’immobile e – quindi – non più accreditata sulla tessera ricaricabile.
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