“I dati dell’ultima settimana ci dicono che la crescita dei contagi d’influenza, per la prima volta, rallenta. E’ possibile che siamo al plateau, ma dobbiamo aspettare per avere conferme. Bisogna continuare a proteggere la categorie a rischio: vaccinando anziani e fragili e usando le mascherine”. Lo ha detto al “Messaggero” Orazio Schillaci, ministro della Salute, che da quando si è insediato insiste su un principio: vanno limitati al massimo gli obblighi, è più efficace puntare su raccomandazioni e convincimento.
Per questo sta per partire una campagna di prevenzione tra i giovanissimi che dichiara guerra al cibo spazzatura, favorendo una alimentazione sana che privilegi la dieta mediterranea italiana. “Con la prevenzione, ridurremo le malattie e le patologie. Anche perché le risorse per la sanità non possono crescere all’infinito”. Su treni e metropolitana si vedono sempre più persone che indossano la mascherina. Ma sono più preoccupate dall’influenza che dal Covid: “Quest’anno l’influenza è iniziata prima del solito, c’è stata un grande crescita del numero di contagi. Però la più recente rilevazione, della scorsa settimana, per la prima volta dimostra un rallentamento nella crescita dei malati. Noi abbiamo raccomandato, con una campagna che il Ministero ha fatto partire il primo dicembre, la vaccinazione contro l’influenza. È importante per le persone fragili. Intendo riferirmi a chi ha problemi cardiologici, polmonari, oncologici, immunodepressi, e soprattutto agli over 65”.
“La mascherina – rappresenta sempre uno strumento utile. Se i cittadini la indossano spontaneamente, ad esempio sui mezzi pubblici, diventa una forma di prevenzione. Noi per scelta ci appelliamo molto al senso di responsabilità sia per la vaccinazione sia per i comportamenti che tendano a tutelare i più deboli”.
Anche per il Covid “è necessario vaccinare soprattutto i più fragili – osserva infine il ministro – e abbiamo lanciato una campagna di promozione. Sulla quarantena confermo: dopo cinque giorni gli asintomatici saranno liberi senza tampone”. I pronto soccorso stanno esplodendo: “Va riorganizzato il servizio sanitario nazionale sul territorio. La pandemia ha dimostrato che mancava proprio la medicina territoriale. Il decongestionamento dei pronto soccorso dipende dall’offerta di strutture che diano risposte ai cittadini senza costringerli ad andare nei pronto soccorso. Vanno coinvolti i medici di medicina generale e, per le loro competenze, le farmacie. E bisogna fare sì che le risorse che arrivano con Pnrr per case di comunità e ospedali di comunità diano reali risposte”, ha concluso Schillaci. agenzianova.com