(www.affaritaliani.it) – C’è un «buco» nella somma sequestrata all’ex pd Antonio Panzeri. Lo scrive il Corriere della Sera, che racconta: “Gli 007 belgi si infiltrano nell’appartamento del lussuoso residence di Bruxelles sapendo di avere a disposizione tutto il tempo necessario per un lavoro accurato. È luglio, Antonio Panzeri non tornerà presto dalla vacanza. Imbottiscono le stanze di microspie e si mettono a contare fino a 700 mila, tanti quanti sono gli euro in contanti che hanno trovato. Quando meno di cinque mesi dopo la polizia torna per arrestare il fondatore della Ong Fight Impunity, all’appello mancano 100 mila euro. Che fine hanno fatto è questione di cui potrebbe interessarsi presto la Procura della Repubblica di Milano”. Secondo il Corriere della Sera, saranno passati al setaccio anche i conti dei contatti di Panzeri.
Repubblica scrive invece che “dall’indagine belga emerge il ruolo centrale di Francesco Giorgi, l’assistente parlamentare di Panzeri e Cozzolino. Era lui a indirizzare, probabilmente su mandato di Panzeri, i voti più delicati su Qatar e Marocco. Era lui a decidere quale emendamento doveva essere presentato. E quale no. Lui a dare le indicazioni di voto del gruppo”, sostiene Repubblica.
Il ruolo di Giorgi. Moretti: “Io a Doha ma non ho mai aiutato il Qatar”
Sempre a Repubblica parla Alessandra Moretti, che spiega di essere stata sì a Doha, ma di non aver mai favorito il Qatar: “Io e Brando Benifei abbiamo firmato un’interrogazione contro l’ambasciatore del Qatar e, la linea tenuta dal Pd in aula è stata ancora più dura e severa verso il Qatar rispetto al gruppo S&D. Non solo. Io, nel giorno della votazione della risoluzione mi sono presentata in aula con una fascia arcobaleno al braccio come segno di profondo dissenso nei confronti di Doha che non tutela i diritti civili e degli omosessuali. Sfido a trovare un solo mio voto che vada in senso opposto al rispetto ai diritti delle minoranze: donne, comunità Lgbt, lavoratori senza garanzie”, dice Moretti a Repubblica.
Ombre anche sul commissario Ue Avramopoulos
Secondo La Stampa, invece, si addensano delle ombre anche su Dimitris Avramopoulos. “Per un anno l’ex commissario ha ricevuto compensi dalla ong fondata da Panzeri. Secondo quanto scrive La Stampa, sarebbe stato “molto più coinvolto degli altri membri onorari. E per questo è stato «retribuito per un periodo di un anno» a partire dal 1° ottobre del 2020, come riporta un documento della Commissione europea visionato da “La Stampa” che però non menziona l’importo”.