Il Qatar-gate sembra uno scandalo appena all’inizio. Ogni giorno spuntano nuovi dettagli su questa inchiesta internazionale, che coinvolge diverse Procure, tra cui anche quella italiana. Nella lista degli “amici” stilata dai servizi segreti marocchini – si legge su La Verità – ci sarebbe anche il nome del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Quel che ormai sembra certo per gli inquirenti è che un gruppo composto da tre persone: Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e l’eurodeputato del Partito democratico Andrea Cozzolino, agivano con una «motivazione prioritaria: il lavoro con il Marocco e il Qatar in cambio di denaro. Il gruppo riceveva pagamenti per le sue attività. E nel 2019 aveva concluso un accordo per effettuare ingerenze a favore del Marocco in cambio di denaro”.
Parte da qui – da quello che i magistrati belgi scrivono nel decreto che ha portato all’arresto la scorsa settimana di Panzeri e Giorgi.
Del gruppo, secondo le informazioni che i servizi belgi hanno girato alla Procura, – riporta Repubblica – farebbe parte un terzo uomo: Cozzolino, appunto. Che però al momento non è stato indagato perché non ci sono prove di dazioni di denaro. E, soprattutto, perché gode dell’immunità da parlamentare: “Sono del tutto estraneo alle indagini. Non sono indagato, – si difende Cozzolino – non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Non ho mai perseguito interessi, vantaggi o utilità personali nella mia vita politica”.
Spuntano anche i regali del Marocco a Panzeri, ospitato nel più prestigioso hotel di Marrackech. L’ambasciatore ha riempito di regali le loro valige. “Mamma, come cazzo portiamo il regalo di Atmoun?”, chiede la figlia. Il nome di Panzeri torna spesso in una serie di report diplomatici. Scrive il funzionario: “Antonio Panzeri, il nostro caro amico“. (affaritaliani.it)