(di Dario Prestigiacomo – https://europa.today.it) – La tedesca Deutsche Bank e l’olandese Rabobank avrebbero costituito un cartello tra il 2005 e il 2016 per speculare sui titoli di Stato europei, in violazione delle norme antitrust dell’Ue. È la conclusione a cui è giunta la Commissione europea nell’ambito di un’inchiesta aperta nei confronti delle due banche. Al momento, si tratta solo di un’opinione preliminare. Ma se tale valutazione verrà confermata, Bruxelles potrebbe imporre alle società interessate un’ammenda miliardaria, pari fino al 10% del loro fatturato annuo.
La crisi dello spread del 2011
L’indagine dell’Antitrust europeo riporta alla memoria quanto successo in Italia e in altri Paesi europei durante la crisi del debito sovrano. Tra il 2016 e il 2017, due procure italiane, quelle di Milano e Trani, aprirono delle inchieste per verificare se Deutsche Bank avesse avuto un ruolo nell’aumento repentino dello spread tra i titoli di Stato del Belpaese e quelli tedeschi che si verificò nel 2011. L’instabilità sui mercati finanziari comportò una grave crisi politica ed economica. A far scattare i sospetti sulla banca tedesca fu in particolare la decisione di liberarsi di buona parte dei titoli italiani prima che la forbice dello spread si ampliasse, per poi riacquistarli in una fase successiva.
Le indagini delle due procure si conclusero con un nulla di fatto, anche perché Deutsche Bank riacquistò i titoli di Stato italiani quando ancora la crisi dello spread non si era acuita, e quindi l’operazione non avrebbe portato a vantaggi economici evidenti. Diversi esperti, però, sottolineano ancora oggi che i movimenti della banca tedesca, nel momento in cui sono stati resi pubblici, abbiano in qualche modo contribuito a fomentare i mercati e a scatenare una spirale speculativa ai danni delle casse e della stabilità del Belpaese. A vantaggio di qualcun altro.
L’indagine di Bruxelles
Vero o falso che sia, il procedimento dell’Antitrust di Bruxelles getta ora nuove pesanti ombre sulle attività di Deutsche Bank sui titoli di Stato europei e sui suoi rapporti con l’olandese Rabobank: “La Commissione europea ha informato Deutsche Bank e Rabobank della sua opinione preliminare secondo cui avrebbero violato le norme antitrust dell’Ue colludendo per distorcere la concorrenza quando negoziavano titoli di Stato denominati in euro, SSA (Supra-Sovereign, Foreign Sovereign, Sub-Sovereign/Agency), Covered e Government Obbligazioni garantite”, si legge in una nota.
La Commissione, prosegue il comunicato, “teme che tra il 2005 e il 2016 le due banche, attraverso alcuni dei loro operatori, si siano scambiate informazioni commercialmente sensibili e abbiano coordinato le loro strategie di determinazione dei prezzi e di negoziazione durante la negoziazione di queste obbligazioni nel mercato secondario dello Spazio economico europeo. Questi scambi sarebbero avvenuti principalmente tramite e-mail e comunicazioni di chat room online“.
Se il parere preliminare della Commissione fosse confermato, continua Bruxelles, “tale comportamento violerebbe le norme dell’Ue che vietano pratiche commerciali anticoncorrenziali come la collusione sui prezzi e altre condizioni commerciali”. L’Antristrust ha anche sottolineato di aver cercato “un accordo con le società coinvolte”, salvo poi cambiare strategia per la “mancanza di progressi” con i due istituti bancari. Adesso, le società coinvolte potranno “richiedere un’audizione orale per presentare le loro osservazioni sul caso davanti ai rappresentanti della Commissione e alle autorità nazionali garanti della concorrenza”. Se, dopo che le parti avranno esercitato i loro diritti di difesa, la Commissione concluderà che vi sono prove sufficienti di un’infrazione, Bruxelles potrà “adottare una decisione che vieti il comportamento e infligga un’ammenda fino al 10% del fatturato annuo mondiale di un’impresa”.
I precedenti
Non è la prima volta che la Commissione accende i suoi fari sul mercato dei titoli di Stato. Questa è la terza indagine condotta dalla Commissione sui cartelli che interessano il mercato del commercio di obbligazioni. Nell’aprile 2021, la Commissione ha inflitto sanzioni per un totale di 28 milioni di euro a Crédit Suisse, Crédit Agricole e Bank of America Merrill Lynch per una collusione durata diversi anni al fine di falsare la concorrenza nel mercato obbligazionario denominato in dollari tra il 2010 e il 2015. La Deutsche Bank, anch’essa interessata da questo accordo ma che aveva rivelato la vicenda alle autorità europee, non era stata sanzionata. Nel maggio 2021, in un caso a parte, Bruxelles ha imposto sanzioni per un totale di 371 milioni di euro a tre banche d’affari (la giapponese Nomura, la svizzera UBS e l’italiana UniCredit), dopo aver preso atto di un accordo tra sette istituti sul mercato dei titoli di Stato europei tra il 2007 e il 2011.
e poi napolitano, sentita la merkel, ha investito monti. Ricordiamocelo