“Me lo ha ordinato il mio Dio”, pakistano aggredisce i poliziotti

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di Giovanni Fiorentino – Girava per le vie cittadine in evidente stato di alterazione, tant’è che aveva già iniziato ad infastidire i passanti e a danneggiare alcuni negozi. E dopo aver visto i poliziotti, ormai sempre più fuori di sè, ha tentato di aggredirli con un coltello. “Devo fare quel che mi chiede il mio Dio” è la frase che avrebbe pronunciato secondo alcuni testimoni, prima di scagliarsi con violenza contro gli operatori. Di certo c’è che dopo esser stato fermato con l’ausilio del taser, per l’uomo di 35 anni originario del Pakistan protagonista della vicenda è scattata la procedura che porta all’espulsione dal territorio nazionale, ultimata peraltro proprio pochi giorni fa. Una storia che arriva dalla Toscana, precisamente da Arezzo, e che stando ai media locali si sarebbe svolta non distante dal centro storico del capoluogo aretino.

La “crisi mistica”

Stando a quanto riportato dai media locali, l’episodio in questione si è verificato lo scorso 1 settembre. Quel giorno, lo straniero stava camminando brandendo un grosso coltello da macellaio ed aveva già compiuto una serie di reati, dal danneggiamento delle vetrine di alcune attività commerciali alle percosse. Tant’è che le forze dell’ordine ricevettero una serie di segnalazioni da parte di alcuni cittadini che avevano notato le condizioni in cui si trovava lo straniero e, preoccupati dal potenziale pericolo, avevano così richiesto un intervento rapido per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente. Sul posto giunsero quindi un paio di volanti della polizia: il pakistano appariva in stato confusionale sempre più profondo e gli agenti tentarono inizialmente di tranquillizzarlo, invitandolo prima a mantenere la calma e poi a lasciare cadere la lama che teneva in mano.

Un invito però che il trentacinquenne non avrebbe affatto gradito a quanto pare, anzi: forse in preda ad una presunta “crisi mistica” (come ipotizzato nelle successive indagini) avrebbe esclamato di essere pronto a compiere quel che Dio gli aveva ordinato e così facendo si sarebbe scagliato contro i poliziotti, tentando di accoltellarli. Un’aggressione che avrebbe potuto dare adito ad una vera e propria tragedia in linea potenziale, se un agente non avesse utilizzato il taser che aveva in dotazione, immobilizzandolo. Dopo gli accertamenti di rito condotti in un secondo momento nei suoi confronti, vennero immediatamente avviate le procedure di rimpatrio dell’Ufficio immigrazione. E a seguito dell’accaduto, dopo una (relativamente) breve permanenza al Centro di rimpatrio di Torino, per lui è arrivata proprio pochi giorni fa l’espulsione definitiva dall’Italia.
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