Fonti Ue: diversi Paesi in Asia aderiranno al price cap sul petrolio russo. “La coalizione che sostiene il price cap al greggio russo comprende al momento il G7 plus ma è aperta anche ad altri partner, che potranno partecipare senza fare grandi proclami ma accettando di acquistare il petrolio di Mosca a un prezzo inferiore a 60 dollari al barile. E abbiamo diversi Paesi, soprattutto in Asia, che hanno indicato in modo informale di volerlo fare”. Lo sostiene un alto funzionario Ue in via confidenziale. “Sentiremo grandi boati dal Cremlino in questi giorni, ma è un segnale di nervosismo“, aggiunge. “I russi hanno problemi a vendere il greggio non a prezzi scontati e non possono fermare la produzione”.
La Russia “non accetterà” il tetto (price cap) sul prezzo del petrolio. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, secondo quanto riporta la Tass.
Intanto lunedì 5 dicembre è il giorno in cui entra in vigore l’embargo Ue alle importazioni (via mare) di petrolio russo e, stando alle stime della Commissione, circa il 94% del greggio di Mosca destinato all’Europa sarà bloccato. Il 5 febbraio sarà poi la volta dei prodotti petroliferi raffinati. Sempre lunedì entrerà in vigore il tetto ai prezzi del greggio concordato col G7 (più l’Australia). “La Russia – precisa un alto funzionario Ue – dipende dai servizi vari legati al G7 plus, come trasporto, assicurazioni o finanziamenti, per muovere 1 milione di barili al giorno: sarà difficile per loro trovare alternative nel breve-medio termine”. tgcom24.mediaset.it