di Mauro Zanon – Era il 18 novembre quando il Parisien intervistò un fedelissimo del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, sull’affaire della Ocean Viking, finita al centro di uno scontro diplomatico tra Francia e Italia. Il consigliere dell’inquilino dell’Eliseo fece un sospiro, poi, chiedendo al quotidiano parigino di preservare il suo anonimato, pronunciò queste parole: «Tutto ciò è disastroso per la nostra immagine, perché colpisce il nostro punto debole, la sicurezza, e alimenta il voto del Rassemblement national».
In particolare, si riferiva all’evasione di decine di clandestini della Ocean Viking dalla struttura di accoglienza temporanea in cui erano stati sistemati. Un sondaggio dell’istituto Kantar per il Figaro Magazine, pubblicato ieri, conferma le preoccupazioni dell’entourage del presidente francese sui danni in termini di immagine della guerra Parigi-Roma e dell’attracco dell’imbarcazione carica di clandestini a Tolone: solo il 32% degli intervistati ha ancora fiducia nell’attuale capo dello Stato, in calo del 3% rispetto a un mese fa. Tra gli elettori dei Républicains (Lr), il partito gollista che Macron per ragioni di politica interna cerca di avvicinare a Renaissance, è appena il 26% a considerare il leader liberale adatto al suo ruolo: un crollo del 21% rispetto all’ultima rilevazione.
«Un grave tracollo che complica le cose per colui che sperava di contare sul sostegno degli eletti Lr su riforma delle pensioni e il progetto di legge sull’immigrazione» commenta Carl Meeus sul Figaro, parlando di «preoccupante impopolarità». Non avendo la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale, Macron, effettivamente, punta molto sull’appoggio gollista. Ma l’affaire della Ocean Viking, dal quale è uscito come un leader molle che ha perso il braccio di ferro con Roma, rischia di rovinare i suoi piani. E pensare che la narrazione progressista da entrambi i versanti delle Alpi ci aveva assicurato che a pagarne le conseguenze sarebbe stata Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio italiano, che invece, a differenza di Macron, continua a salire negli indici di popolarità. www.liberoquotidiano.it