Bersani beccato da Louis Vuitton, il paradosso del “diritto all’eleganza” (griffata). Da “i ricchi aiutino i poveri” e le “liste messe insieme” per combattere la troppa “disuguaglianza” che “è una zavorra sia per l’economia che per la democrazia” alla boutique di Louis Vuitton è un attimo. L’ex leader dem Pierluigi Bersani, da tempo fuori dal Pd, è stato pizzicato da Dagospia in via Frattina, nel centro di Roma, nella rinomata boutique del marchio di lusso Louis Vuitton.
Ecco allora che il web non ha perso occasione per chiedersi: “Ma cosa ci faceva l’altro giorno Pier Luigi Bersani in via Frattina, centro di Roma, dentro la rinomata boutique? Più che del caro bollette era intento a occuparsi del caro borsette? Un regalo per chi? Forse per Elly Schlein, l’ex vice di Stefano Bonaccini che domenica annuncerà la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico?”. O forse un semplice regalo alla compagna? La rete si agita, e s’indegna: “come farà “il ricco” Bersani in Louis Vuitton, come dimostrerà di voler aiutare concretamente i poveri e combattere davvero le disuguaglianze? Mostrando loro oggetti di lusso acquistati in un negozio di lusso della Capitale?”.
Ma non solo Bersani. Secondo quanto scrive Dago non mancano gli indumenti griffati anche a Bertinotti, in fissa con i maglioncini di cachemire. O ancora Massimo D’Alema appassionato di scarpe fatte a mano. Senza tralasciare ovviamente gli accessori targati Lvmh di Bersani. Ormai quindi, chiosa Dago, sembra ufficiale: al primo posto tra i diritit per i quali si battono i maggiori esponenti della sinistra c’è il diritto “all’eleganza”. affaritaliani.it