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Il cardinale Angelo Becciu, imputato per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue, è indagato anche per associazione a delinquere. Lo ha fatto sapere il Promotore di Giustizia del Vaticano Alessandro Diddi nel corso della 37esima udienza davanti al Tribunale nell’ambito del processo sullo scandalo finanziario, che ha registrato nuovi colpi di scena. “C’è una ipotesi di associazione a delinquere che parte dal Vaticano – ha spiegato Diddi in Aula -. Si tratta di un filone parallelo all’attuale processo”. Riguardo a chi sia coinvolto in questo nuovo filone, Diddi ha detto “sicuramente il cardinale Becciu”, senza precisare gli altri imputati.
Il tutto è da ricollegarsi ad una serie di conversazioni via chat sequestrate dalla Gdf di Oristano, definite “particolarmente rilevanti” da Diddi, di cui sono protagonisti Becciu, Maria Luisa Zambrano, amica di famiglia, e il fratello del cardinale Antonino Becciu, a capo della Cooperativa Spes.
Per quanto riguarda il conto destinato alla Spes, Diddi ha riferito che dall’inchiesta della Gdf “risultano 927 bolle di consegna per il trasporto del pane, falsificate” e che, sempre a detta di Diddi, sarebbero servite “a giustificare i soldi erogati alla Cooperativa Spes”. La Gdf, ha riferito sempre Diddi, “è andata parrocchia per parrocchia a verificare e nessuna ha riconosciuto le proprie firme sulla documentazione di trasporto. Ci sono tracce di pesanti ingerenze della Curia romana sulla diocesi di Ozieri”, ha aggiunto Diddi al quale risulta che mons. Sergio Pintor, allora vescovo di Ozieri, “non fosse a conoscenza del cosiddetto ‘conto promiscuo’ dove transitavano anche i soldi della Santa Sede”. ADNKRONOS