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“Il Covid-19 è in calo in molti paesi, tra questi l’Italia. Grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilizzazione dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità. Ma la pandemia ha mostrato la grande fragilità delle nostre società dinnanzi a crisi sanitarie inaspettate. Una situazione di pericolo che abbiamo il dovere di affrontare in modo strutturale, senza mai cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà dei nostri cittadini in nome della tutela della loro salute”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un passaggio del suo intervento alla seconda sessione plenaria ‘Global Health’ al G20 di Bali, esordendo nel suo discorso con un vecchio adagio italiano: “la salute è tutto”. “Libertà e salute si tengono insieme – ha proseguito -. Perché certamente, se non si ha la salute a nulla serve la libertà. Ma di contro, cos’è la salute senza libertà?
Meloni sottolinea che “il Covid-19 non è l’unica malattia che dobbiamo affrontare. A causa della pandemia, negli ultimi due anni potremmo aver trascurato altre emergenze. Dobbiamo porvi rimedio. Oggi sono felice di annunciare il nostro nuovo contributo di 185 milioni di euro al Fondo Globale per sconfiggere l’HIV, la tubercolosi e la malaria. E stiamo valutando la possibilità di un ulteriore aumento del nostro contributo“. “Con questo nuovo contributo – ha rimarcato il presidente del Consiglio – l’Italia avrà donato più di un miliardo e mezzo di dollari al Global Fund. Siamo tra i primi dieci donatori e continueremo a contribuire alla lotta contro queste tre piaghe”.
“Secondo l’Oms la fine dalla pandemia di Covid è in vista, ma le pandemie non sono finite. Al contrario, gli esperti ci avvertono che potrebbero verificarsi più spesso. Il cambiamento climatico, la distruzione dell’ambiente, l’inquinamento e i viaggi frequenti contribuiscono alla diffusione delle malattie. La Presidenza italiana del G20 si è concentrata lo scorso anno sull’approccio olistico One Health (nota). Esso copre tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, nel senso più ampio possibile, ed è l’unica soluzione sostenibile nel lungo termine. Ci renderà anche più preparati per le possibili crisi sanitarie dei prossimi anni. Non possiamo permetterci di essere presi di nuovo alla sprovvista”.
“Preparazione, prevenzione e risposta alle pandemie richiedono risorse, finanziamenti affidabili e una maggiore capacità di mobilitare fondi – ha rimarcato il premier -. A tal fine, la Joint Finance-Health Task Force, co-presieduta da Italia e Indonesia, ha varato un apposito Financial Intermediary Fund. Il Fondo dovrebbe diventare pienamente operativo entro la fine dell’anno. Quindici paesi donatori e tre charities si sono già impegnati a donare 1,4 miliardi di dollari. L’Italia è il terzo donatore, dopo Stati Uniti e Commissione europea”. ADNKRONOS