di Leo Malaspina – Oltre alla solita sequela rancorosa di accuse alla destra, a Salvini, alla classe politica indegna rispetto alla sua specchiata moralità, compreso quel Pd che “non dovrebbe farsi schermo” di Berlinguer, Sua Santità Roberto Saviano sforna un’altra memorabile intervista nella quale c’è anche una novità: la difesa dell’indifendibile, il reddito di cittadinanza, ma con una motivazione da brivido…
Nella lunga intervista al quotidiano “Il Dubbio“, lo scrittore di Gomorra si pronuncia sul reddito di cittadinanza, considerata l’arma migliore per limitare la criminalità, non quella da lui raccontata in Gomorra, ma quella piccola, i furti, le ruberie. Non leggi e repressione del crimine, dunque, ma soldi, per convincere a non rubare…
“Il periodo di prima erogazione del reddito di cittadinanza ha coinciso con il lockdown, quando, per forza di cose, i reati predatori hanno subito una netta diminuzione. Ma è evidente che se percepisci un reddito di 700 euro al mese, non rischi il carcere per piccoli furti. Ciò detto, anziché fare il madornale errore di cancellare una norma che dà dignità a milioni di persone, bisogna migliorarla. Il reddito di cittadinanza ha, volente o nolente, creato un intorpidimento, ma lo ha fatto in un mercato del lavoro che, in molte regioni del nostro Paese, è del tutto privo di alternative. Se nel sud Italia non c’è lavoro, è perché per decenni nessuno si è mai preoccupato di creare le condizioni perché lavoro ci fosse; prendersela con una misura assistenziale, quando non esiste altro paracadute, è una carognata tipica di chi è forte con i deboli e scodinzola al cospetto dei padroni del vapore”. www.secoloditalia.it