Tre migranti che si trovavano a bordo dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere, si sono gettati in acqua nel porto di Catania. Fanno parte del gruppo di 214 persone, a cui ieri non è stato concesso lo sbarco perché ritenuti non vulnerabili. I tre migranti sono stati recuperati e ora si trovano sulla banchina del porto.
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La situazione tra le persone obbligate a restare a bordo diventa di ora in ora più difficile. “Abbiamo riscontrato non solo attacchi di panico ma anche infezioni cutanee abbastanza gravi – riferisce Riccardo Gatti, responsabile operazioni di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere -, perciò la situazione a livello di vulnerabilità medico-psicologica e ancora aperta, così come quindi noi consideriamo ancora aperta l’operazione di soccorso, che si deve concludere con lo sbarco delle persone il prima possibile, secondo gli obblighi internazionali”, insiste Gatti.
“Stiamo valutando – aggiunge – come procedere anche a livello legale. Abbiamo ricevuto il decreto interministeriale, il nostro team legale sta lavorando per riscontrare illegalità nelle azioni messe in atto dalle autorità ma anche come procedere secondo una difesa determinata dalla situazione in cui ci troviamo”.
La Geo Barents così come la Humanity 1, ancora rispettivamente con 214 e 35 profughi a bordo dopo gli sbarchi selettivi di ieri, restano in porto. “Nel provvedimento in cui si dice al comandante della nave di lasciare il porto di Catania con i 35 migranti rimasti a bordo non c’è una scadenza, un termine temporale”, sottolineato ambienti vicini ai legali della Humanity 1. ADNKRONOS